NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     (Da Il Novellino, XV)



     DOPPIA BEFFA A UN DOTTORE IN LEGGE
     Un dottore legista ne manda una coppia in casa; dui barri se ne accorgono; l'uno va con un pesce a la moglie, che 'l fazza apparecchiare per lo marito, e da sua parte li cerca la coppa; lei gli la dà; torna il dottore in casa, trova la coppa perduta, va per ricoverarla; l'altro barro va in casa, e dice la coppa esser trovata, e che mande il pesce; la moglie sel crede e dagli il pesce; con lo compagno se trova, e se godeno de la beffa e del guadagno.

     M
     ISSER Floriano da Castel San Pietro fu ne' dì suoi in Bologna molto famoso e singular dottore legista, il quale una mattina uscendo da chiesa con certi altri dottori, vennero passeggiando per la piazza maggiore; ed essendo in una bottega d'argentieri, ove lui se avea fatta lavorare una ricca e bella coppa de argento indorata, senza andar più oltre fatta col maestro ragione e pagatolo, voltatose intorno per mandarnela a casa per lo suo famiglio e non trovatolo, pregò l'argentieri che per lo suo garzone a casa ne la mandasse; il che il maestro fece volentieri. Erano allora in Bologna arrivati due giovini romani del rione de Trevi, quali andavano discorrendo per Italia.con monete e dadi falsi e con mille altri ingannevoli lacci, per ingannare altrui e mangiare e godere a le spese del Crocefisso, de' quali l'uno era chiamato Liello de Cecco e l'altro Andreuccio de Vallemontone; e trovandosi per aventura in piazza, quando misser Floriano ne avea la coppa in casa mandata, e quella veduta, si proposero de far pruova de averla tra le mani. E sapendo molto bene la casa del dottore, como il garzone videro tornato, così Liello, dato l'ordine al compagno di ciò che a fare aveano, se n'andò ad una taberna, e comparata de certi grossi una bella lampreda, e sotto 'l mano occultatasela, prestissimo a casa de misser Floriano se condusse; e picchiato a l'uscio, domandò la madonna, e dinanzi a lei condutto, disse: - Vostro marito vi manda questo pesce, che 'l fate subito e dilicatamente acconciare, perché lui con certi altri dottori vengono a disinare qui stamane; e dice che gli remandiate indereto quella coppa, che dinanzi il garzone de l'Orso vi portoe, perché non ha fatto bon canto col maestro, e vuole tornarla a repesare. - La simplice donna facilmente credendolo, subito datagli la coppa, impuse a le fantesche che spacciatamente el pesce fosse acconciato; e dato ordine al resto da ricever forestieri a disinare, con piacere aspettava la lor venuta. Liello, avuta la coppa, traversato subito il camino verso San Michele in Bosco, dove era un priore romano tutto loro domestico e non meno sofficiente artista de loro, e da quello lietamente ricevuto, racontatoli il fatto, aspettando Andreuccio, che in piazza era rimasto per sentir di ciò alcuna cosa, del fatto guadagno insieme se godevano. Venuta dunque l'ora del disinare, misser Floriano, lasciati i compagni, a casa se ne venne; al quale la moglie fattase incontro, e vedutolo solo, disse: - Missere, ove sono gl'invitati? - Il dottore, maravigliatosi di tal dimanda, gli rispuse: - De quali invitati mi dimandi tu? - Non lo sapete voi de cui dico? - gli rispuse. - Io per me ho acconcio onorevolmente da disinare. - Misser Floriano, più ammirato, disse: - E' mi pare che tu frenetichi stamane. - Rispuse la moglie: - Io so ch'io non sono uscita di me. Voi me aveti mandata una gran lampreda che l'acconciassi, ché dovevate menare qui a disinare certi altri dottori, e io ho fatto quanto me mandastivo a dire; che adesso vi piazza altramente, qui non si perde nulla. - Disse lui: - Io non so, mugliera, che te dichi; ma Dio ce mande persona che ben ne faccia, e che de continuo ne reche del suo, senza toglierne del nostro; ma de certo questa volta noi siamo stati colti in scambio. - La donna, che la coppa incautamente avea donata, udendo che 'l marito da dovere non ne sapea nulla, con gran rencrescimento disse: - Missere, a me pare tutto il contrario, però che colui che me portò il pesce, me chiese da vostra parte la coppa d'argento, che poco avanti per lo garzone de l'Orso me avevate mandata, e dissemi i signali, in manera ch'io gli la diedi. - Quando misser Floriano intese che la coppa era trabalsata, subito se avvisò averla sotto inganno perduta, e disse: - Ah, insensata bestia,.tu se' stata ingannata! - E subito uscito. fuori de casa, iunto in piazza, andava cercando senza saper che, dimandando ciascuno che scontrava se niuno verso casa sua con pesce in mano avesser veduto andare, usando mille altre frenetichezze senza frutto alcuno; e andandosi tutto trastullando e mandan do a le bollette, e ogn'altra oportuna inquisizione facendo, talvolta con fredda speranza credea gli fosse stato fatto per burla. Andreuccio, che da un canto de la piazza como a persona da bene si stava, ancora che estimasse che 'l compagno e la coppa erano a porto de salute, puro gli dolea aver perduti paricchi grossi dispesi in la lampreda, senza di quella aver assaggiato, e per questo propuse, con un altro inganno non meno singularissimo del primo la ricoverare. E preso tempo, quando misser Floriano stava più travagliato nel cercare, rattissimo a la sua casa se n'andoe, e saglito su, con allegro vuito disse: - Madonna, bona nova vi porto, perché 'l vostro missere ha trovata la coppa, quale i suoi compagni, per burlar con lui, gli aveano fatta involare; però lui me ha mandato qui, che gli porti il pesce che.avete apparecchiato, ché 'l sel vuoleno godere insieme con coloro che aveano la coppa trabuscata. - La donna, che con gran dolore e travaglio era rimasta, per aver pe sua cagione persa la coppa, fu molto lieta, sentito quella esser ritrovata; e, tutta godente, presi dai gran piatti de stagno con una tovaglia bianca e odorifera, e postovi dentro il pesce bene acconcio, in mano a lo bene Andreuccio lo donoe. Quale, essendo fuor di casa, avviluppato ogni cosa sotto 'l manto, volando, a San Michele si condusse; dove col priore a Liello ritrovatose, con grandissima festa la bona lampreda si godettero; e al priore donati i piatti, e la coppa venduta cautamente, se n'andorno senza alcun impaccio. Misser Floriano, non avendo tutto 'l dì possuto inquirere cosa alcuna de tal fatto, la sera al tardi, digiuno e molto croccioso, a casa se ne tornoe; al quale la moglie fattase incontro, gli disse: - Laudato sia Dio, che puro trovasti la coppa, e io ne fui chiamata bestia. - A la quale con fellone animo rispuse: - Toimete dinanzi, pazza presuntuosa, se non voi ricevere la mala ventura, ché pare che, ultre al danno per tua bestiagine causato, me vogli ucellare. - La donna, confusa rimasta, tutta timida disse: - Missere, io non motteggio - ; e narratali la secunda beffa ricevuta, misser Floriano in tanta fantasia e dolore ne cadde, che fu vicino ad impazzirne; e più tempi faticato con sottili e diverse inquisizioni per trovar l'ingannatori, e de quelli niente mai sapendone, per lungo spade in odio e mala vita con la moglie dimoroe. E così gli romani, del fatto inganno godendose, lasciarono il dottore con beffe e dolore e danno.


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