NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Che s'i' volessi leggerti ogni titolo,
     E' ti parrebbe troppo gran mescuglio;
     E cominciando a sciorre ora el gomitolo,
     Ci sarebbe faccenda insino a luglio:
     Salvo che questo alla fine udirai,
     Che tradimento ignun non feci mai - .

     Morgante alle parole è stato attento
     Un'ora o più, che mai non mosse il volto;
     Rispose e disse: - In fuor che tradimento,
     Per quel ch'io ho, Margutte mio, raccolto,
     Non vidi uom mai più tristo a compimento:
     E di' che 'l sacco non hai tutto sciolto:
     Non crederei con ogni sua misura
     Ti rifacessi appunto più natura,

     Né tanto accomodato al voler mio:
     Noi starem ben insieme in un guinzaglio;
     Di tradimento guardati, perch'io
     Vo' che tu creda in questo mio battaglio,
     Da poi che tu non credi in cielo a Dio,
     Ch'io so domar le bestie nel travaglio:

     Del resto, come vuoi, te ne governa;
     Co' santi in chiesa, e co' ghiotti in taverna.

     Io vo', con meco ne venga Margutte,
     E che di compagnia sempre viviamo;
     Io so per ogni parte le vie tutte;
     Vero che pochi danar ne portiamo;
     Ma mio costume all'oste è dar le frutte
     Sempre al partir, quando il conto facciamo;
     E 'asino a qui sempre all'oste, ov'io fusse,
     Io gli ho pagato lo scotto di busse. -
     (Da Il Morante maggiore, Canto XVIII, ottave 112-145)



     MATTEO MARIA BOIARDO

     LA FONTANA DELL'ODIO
     E LA FONTANA DELLO AMORE

     D
     ENTRO alla selva il barone amoroso
     Guardando intorno se mette a cercare:
     Vede un boschetto d'arboselli ombroso,
     Che in cerchio ha un fiumlcel con onde chiare.
     Preso alla vista del loco zoioso,
     In quel subitamente ebbe ad intrare,
     Dove nel mezo vide una fontana,


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