NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Dappoi andato il giovane più volte per parlarle, una sera che molta neve cadea all'usato luogo la ritrovò, e dissele: Deh! perche mi fate cosi languire, non vi stringe pietà di me che tutte le notti in così fatti tempi, sopra questa strada vi aspetto? Al quale la donna disse: Certo sì, che voi mi fate pietà, ma che vorreste ch'io facessi, se non pregarvi che ve ne andaste? Alla quale fu dal giovane risposto: Che voi mi lasciaste nella camera Vostra entrare ove potremmo più agiatamente parlar insieme. Allora la bella donna, quasi sdegnando, disse: Romeo, io tanto vi amo, quanto si possa persona lecitamente amare, e più vi concedo di quello che alla mia onestà sia conveniente; e questo faccio io d'amore col valor vostro vinta: ma se voi pensaste o per lungo vagheggiarmi o per altro modo più oltra come innamorato dell'amor mio godere questo pensiero lasciate da parte ché alla fine in tutto vano lo troverete. E per non tenervi più ne' pericoli, ne' quali veggo essere la vita vostra venendo ogni notte per queste contrade, vi dico, che quando a voi piaccia di accettarmi per vostra donna, io son pronta a darmivi tutta, e con voi in ogni luogo che vi sia in piacere, senza alcun rispetto venire. Questo solo bramo io, disse il giovane: facciasi ora. Facciasi, rispose la donna: ma rifacciamolo poscia nella presenza di frate Lorenzo da San Francesco, mio confessore, se volete che io in tutto e contenta mi vi dia. Oh!, disse a lei Romeo, dunque frate Lorenzo da Reggio è quello che ogni secreto del cuor vostro sa? Sì, diss'ella; e servisi per mia soddisfazione a fare ogni nostra cosa dinanzi a lui. E quivi posto discreto modo alle loro cose, l'uno dall'altra si dipartì.


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