NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ant. - Perché vi stavano i furfanti?
     Nan. - Per la libertà che gli dava. Ora, Antonia cara, ella aveva dato di occhio a questa brigatella: e fitto che ebbe il goffo nel letto, con la coscia fra due ascicelle, si rimise a sognare, ed alzando le braccia saltò del letto, dicendole sempre il vecchio: o là, o là; ed aperta la camera, lasciandolo strangolare col chiamarla, se n'andò a famigli, che intorno ad una lucerna, che stava tuttavia per ispegnersi, giocavano alcuni quattrini rubacchiatj al Messere, nel comprare di alcune frascherie; e dettogli buona notte, spense il lume; e tiratosi adosso il primo che le venne a le mani, si cominciò seco a trastullare; ed in tre ore che stette con essi gli provò tutti e dieci, due volte per uno; e ritornatasi suso scarsa de gli umori che la facevano anfanare, disse: Marito mio, volete male alla mia naturaccia che mi strascina come una strega a gire a processione la notte per casa?

     Ant. - Chi t'ha detto sì minutamente ogni cosa?
     Nan. - Ella, che gittatosi l'onore ne le scarpette, divenne femina del popolo, ed avendo messe le sue gentilezze in novelle, le contava a chi non le voleva udire: benché uno de' dieci combattenti scorrucciato seco (però che ella si era data in preda ad uno di più sodo naturale di lui) partitosi per disperato, per le piazze, per le taverne, per le barberie, e per le botteghe, ne fece istoria.
     Ant. - Gli stette ben cotesto e peggio al vecchio pazzo, che doveva torre una di sua età, e non una che gli poteva essere figlia cento volte.


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