(Dai Ragionamenti, Parte prima, giornata III)
IL LADRO DE LA CATENA
NANNA - ANTONIA
A
nt.- Di là ti voglio.
Nan. - Di là mi averai ingiubileata, indulgenziata, e instazzonata di sorte che la mia anima non sarà de le ultime ne l'altro Mondo, sì come il corpo non è stato de li ultimi in questo. Madonna no, che io non sarò de le derietre, se bene aveva piacere di fare ammazzare gli uomini; perché io l'ho fatto per grandezza, parendomi vanagloria de la mia bellezza l'udire dì e notte fulminare le spade per suo conto; e guai a chi mi faceva un guardo torto, che ne averci dato al boia per vendicarmene
Ant. - Il male è male, e il bene è bene.
Nan. - A sua posta l'ho pur fatto, e me ne pento e non me ne pento. Ma chi ti potria dire l'arte che io aveva in dar martello? Antonia, qualche volta mi ritrovava dieci amorosi in casa, e compartendo i basci, le carezze, le parole, e 'l pigliar per mano, infra tutti si stavano in Paradiso, fino a tanto che veniva a me uno uccello nuovo Mantovanamente e Ferraresamente carico di puntaletti, di nastretti, e di bordelletti; il quale accolto da me, come si accoglie uno che ti porta doni, piantati i miei galanti (disse la Genovese) il ritirava in camera meco, onde caduto il rigoglio a quelli che aveva lasciati in sala, come cascano le mandoline pel freddo e i fiori pel vento, si udiva fra loro un sospirare senza far motto, che pareano genti sforzate, che si stringano ne le spalle per non poter fare altro; e dopo i sospiri, nascevano alcuni gridetti misti con morditure di dita, con pugni su la tavola, con grattature di capo, con spasseggiature mute, e con qualche versetto cantato a stracci, per disfogare la collera; e indugiando a tornare a loro pigliavano la via de la scala, e perché gli richiamassi indietro dicevano qualche parola forte, o con la fantesca o con altri, e dato una giravolta, trovando la porta chiusa, faceva una doglienza spasimevole.
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