Ant. - Ogni dì si impara cose nuove.
Nan. - Doppo i risi, e doppo i pianti finti, vengono via le bugie lor sorelle, de le quali mi dilettai più che non fanno i villani de le frittelle, e ne dissi più che i Vangeli non dicono verità; e le murava sì con la calcina de' miei giuramenti nel credere di altrui, che averesti detto: Costei è la prima Vangelista; io trovava le più ladre cose del mondo, e di miei parenti, e di miei poderi, e di mie fanfalughe, imaginava ciancie stranissime, e tirandole a mio proposito, diceva di averle sognate; e teneva scritti in una tavoletta tutti i nomi dei miei guasti, e compartite fra essi le notti de la settimana, mettea fuori il nome di colui che aveva a dormir meco: e se tu hai visto l'ordine che tengono i Preti che dicono le Messe in certe tavolette attaccate in sagrestia, vedi me.
Ant. - Io ho visto i Preti, e parmi di veder te.
Nan. - Sta bene adunque.
Ant. - Ma che ha a fare la tavoletta de nomi, con le bugie che tu dicevi?
Nan. - Ha da fare che i barbagianni tenendosi sicuri per la tavoletta, che gli notificava la lor notte, se ne trovavano ingannati spesso spesso; peroché metteva lo scambio, come alle volte metteno anche le Chiese nel farsi dir le Messe.
Ant. - A cotesto modo sì, le bugie sono a proposito con la tavoletta.
Nan. - Ora odi questa, e serbatela per fartene onore. Io accattai una catena di valore grande da uno sfegatato de fatti miei, la quale tolse in presto da un gentiluomo, che ne spogliò la moglie per servirnelo; e fu il dì che me la misi al collo, quando il Papa dà la dote ne la Minerva a tante fanciulle poverine.
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