(Dai Ragionamenti, Parte prima, giornata III)
LO SCOLARE MALEDETTO
NANNA - PIPPA
N
an. - Uno scolare, affinato ne le capestrarie più che nei libri, astuto, sagace, vivo, foiatore, e cattivo superlativo grado, se ne va a Vinegia; e statovi soppiattoni tanti dì che gli bastarono a informarsi de le più ladre e più ricche Puttane che vi sieno, chiama in secreto un coglione che lo alloggiava in casa, al quale aveva dato ad intendere come egli era nipote di un Cardinale e venuto ivi in mascara per darsi piacere un mese e per comprar gioie e drappi a suo modo; chiamatolo gli dice: Fratello, io desidero il dormir con la tal Signora, va a lei e dille chi io sono; ma con giuramento che ella non mi scopra, e ciò facendo vedrà la bellezza del mio animo. Il nunzio trotta via, e giunto a la sua porta con un ticche, tocche, tacche, fa comparir la massara al balcone, dicono elleno; e conosciuto il sensale de la mercatanzia de la padrona, tira la corda senza farne altrimenti imbasciata; ed egli ragguagliata l'amica del tutto, conduce in isteccato il nepote posticcio di Monsignor Reverendissimo, il quale va salendo le scale con Maestà Pretina, e la Signora fattasegli incontra, prima squadra, come egli signoreggia bene il campo accotonato, e in giubbone di raso nero, e in berretta, e in scarpe di terzio pelo, spagnolescamente parlando; e poi gli porge la mano e la bocca con la più onesta puttanaria che si possa fare, ed entrato a parlar seco, in ogni proposito gli udiva adattar Monsignor mio zio. Egli dimenava la testa con certi cadimenti oltre il signorile signorili, e pareva che ogni cosa gli puzzasse, e parlava adagio, soave, onesto; e con alcuni sputi fatti al torno si ascoltava se medesimo.
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