NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     (Dai Ragionamenti, Parte seconda, giornata II)



     NEGROMANZIE SALVATICHE

     CARTE - PADOVANO

     C
     ar. - Mi rammenta una iscarmigliatura nimescolata con un ritrusto di pugna, che il nostro Bighino Trotti diede a certa sua ninfa agrestina.
     Pad. - I calci e i mostaccioni sono obbiettivo de la cattivanza puttanesca.
     Car. - Il nobil uomo aveva vinto uno scudo a trappola al caro messer Alfonso Corzaro.
     Pad. - L'ho in pratica.
     Car. - Adunque non accade che ti diciamo il suo essere uno di quei giuocatoni buoni, come il buon pane.
     Pad. - Non già.
     Car. - Néè quanto sia nel giuoco la costumata precedenza di lui, veramente degno di rapportare il titolo de l'amicizia inviolabile.
     Pad. - Egli è una coppa d'oro.
     Car. - A sì liberale e ben creato giovane, vinse messer Lodovico il ducato sudetto; onde levatosi dal giuoco con la borsa in mano, badando a chiacchierare con alcuni cicaloni, messe, credendosi di metterlo dentro, cotale scudo di fuora: e ripostasi la borsa, e la brachetta, cenato ch'egli ebbe, se n'andò a letto con una sua drusiana.

     Pad. - Si portò da romito a non si colcar con tre o quattro.
     Car. - Venuta la mattina, ecco ch'egli si leva, e occorrendogli l'aprire de la borsa, non ci trovando ciò che gli pareva d'aver posto, levò le grida al Cielo, dicendo: Nel levarmi io stanotte a pisciare, questa poltrona, tolta la borsa di sotto al piumaccio, me l'ha rubbato.
     Pad. - Quanti se ne crucifigge senza peccato.
     Car. - Così schiamazzando, gli ruppe il seno con un punzone che fu per isbudellarla.
     Pad. - È una limosina il sbasirle affatto.


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