NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     (Novella VI)



     SANTOLO E FALLALBACCHIO

     S
     E uno dicesse: - Egli è stata presa una volpa, voi non ve ne fareste maraviglia, ricordandovi di quel proverbio che dice: e anco delle volpi si piglia: tanto più che voi pensereste che l'astuzia di qualche valentuomo o la forza di qualche bravo animale l'avesse fatta capitar male: ma quando voi intendeste che una semplice palombina, il dì medesimo ch'ell'usciva del nido, avesse preso duo volponi maschi, ma tra gli altri un vecchio e malizioso, e che aveva vòto più pollai che quattro altri, voi non solamente ve ne maravigliereste, ma lo giudichereste impossibile; e nondimeno pur è intervenuto in Prato, nella terra vostra, a' dì passati: che se io ve lo saprò raccontare così bene come l'andò, io non dubito punto di non v'avere a far ridere: ma non me ne dà il cuore; e pur mi vo' provare.

     Voi conoscete Santolo di Doppio del Quadro per uno di quegli uomini che hanno cotto il culo co' ceci rossi; e sapete ch'egli ha pisciato in di molte nevi, e che e' sa a quanti dì è San Biagio; e che quando uno gli domanda: e la tal cosa perché è così? che sa rispondere, perché Messer Domenedio nacque di verno. Costui sa se la Befania è maschio o femmina, e quando corre il bisesto; e perché gli è grassotto a quel modo, e va raso, e porta la basette all'antica, e giuoca a scacchi col grembiule, e va in piazza col paniere, la brigata crede che sia di pel tondo; ma guarda la gamba, che e' sa il conto suo al par d'un altro, insino quando e' giuoca a gilé con le donne; e non fu mai lasciato pegno in sull'osteria. È uom di buona coscienza, e aiuterebbe una vedova che avesse bisogno di fare una gammurra a una figliuola da marito, per iscontare la valuta in filato, se non altrimenti, almeno quando la n'è ita a marito; perché e' fa l'anno di molte tele per la bottega e dà volentieri a filare; e vuole il filato dolce, e però lo dà alle fanciulle a un grossone la libbra: e quando e' giugne dov'è un trebbio di donne intorno al fuoco, e' si pone a sedere su 'n una seggiola bassa bassa, e quando e' cade loro il fusaiuolo nella cenere, e' lo ricoe, e lo rende loro con un inchino che mai il più bello; e dice loro certe novellette corte corte, che e' le fa smascellare dalle risa: basta ch'egli è uno omaccino della Vergine Mania, ma soprattutto un buon compagno amorevole, alla mano, motteggia volentieri, e farebbe delle giarde un buondato s'e' potesse, e quando n'è fatte a lui, e' non s'adira. Costui adunque, sapendo ch'un suo amico menava moglie, pensò subito, come è usanza di queste contrade, di farle un serraglio, per aver qualche cosa dalla sposa, e darne poi la baia al marito; il quale anch'egli era un galante e nobil giovane, e uso a fare e ricevere delle burle tutto il giorno allegramente. Laonde egli se n'andò a trovare un amico suo, il quale è un di questi compagnacci, che quando si dice loro: Andiamo; e' vanno; quando si dice loro: Stiamo; e' stanno; ed è tanto malvago di dir di no, che se sarà rimasto di venir teco dove che sia, e che mentre t'aspetta che tu sia ito per la cappa, e' venga un altro per menano altrove, per non saperli disdire, egli andrà'seco. In fine e' non fu mai il più servente uomo: se fa a germini, e dica al compagno: Da' uno di quei piccioli: e 'l compagno dia 'l trentadue; e' dice: Bene. Se dice: Da' un dell'aria; e colui dia una salamandra; e' dice: Buono, buono, compare. Mai s'adira, mai brontola, mai dice male; berebbe senza sete, mangerebbe senza fame, digiunerebbe senza vigilia, udirebbe due messe il dì del lavorare per compagnia, starebbe senza la domenica, se si credesse far piacere; dormirebbe insino a nona, leverebbesi innanzi giorno; non mangia insalata il verno, non bee acqua la state; se uno è maninconoso, e' lo rallegra, se uno è allegro, e' lo fa ridere; piaceli più lo spendere che 'l guadagnare, più il dare che 'l ricevere, più il servire che 'l domandare: quando ha danari, e' ne spende, quando non ne ha, si sta senza spendere quei d'altri; s'egli accatta, rende; se presta, non chiede: digli il vero, e' se lo crede; digli le bugie, e' lè tien per certe; più gli piace la straccurataggine che i pensieri: e d'una cosa è da avergli grande invidia, che l'ingiurie della fortuna e' le sopporta meglio e con più costanzia che uomo che mai conoscessi. Tant'è, egli è fatto della miglior pasta che uscisse mai dì qualsivoglia buona madia; è proprio di quegli che si dice che non han fiele, e son di buona condizione, amorevoli, e da piacere. Trovato adunque Santolo costui, gli disse: Fallalbacchio (che così era il suo nome), io voglio che noi abbiamo un poco di piacere dell'uom novello, il quale mena Verdespina stasera in sulle due ore: io ho la spia, e con chi la va, e donde; e però io voglio che noi ne caviam tanti danari o tanti pegni, che noi mangiamo duoi cavretti di quei grassi alle loro spese; e chiamerem lo sposo a cena, e darengli la baia. - Oh sì sì, disse Fallalbacch io subito, parlando col capo, e stringendo Santolo colle braccia, con certe amorevolezzocce svenevolone, che mai quanto le si gli avvenivano: oh noi compreremo i bei capretti! ve', io gli vo' comperare io, ché voglio che sieno grassi, grandi, e di latte; oh, gli farò comperare a Matteo Fagiuoli, che se n'intende: oh, oh, io vo' fare la salsa da me, e vo' fare un di quei quarti dirieto lessi, che mai quanto e' son buoni; e'l brodetto, compare, con la persa, e le testicciuole rifritte con l'uova: o cagna, noi sguazzeremo! oh sai? e fegatelli col pepe del compare per cominciare: ma vedi, io non voglio che noi togliamo alloro; della salvia, della salvia: e saltava così un poco col capo chinato, dicendo: oh dà il buon bere! ma donde arem noi un poco di buon vino? Onde Santolo disse: Cotesto lasciane il pensiero a me. E Fallalbacchio a lui: - Orsù andiamo, andiamo, mi par mill'anni. E così divisando la cena, stettero finché egli ebbero la spia, che la sposa fusse uscita di casa: e allora subito si partirono per andare a rincontrarla; e correndo, perché la spia era venuta tardi, tutti sudati e trafelati, e senza berretta, gl'incontrarono dalla Torre degli Scrini. Quelli che accompagnavano la sposa, avendoli veduti da discosto, dissero fra loro: Ecco costoro, che dobbiam fare? A cui la novella sposa, che giovanetta era, come sapete, e piena di cordoglio e di lagrime, come a chi pareva strano aver lasciato le carezze materne, i paterni affetti, l'amor domestico, i dolci fratellini, le care sorelline; nondimeno ripreso animo, rispose loro: Lasciateli venire, ch'io gli contenterò, ché più giorni sono mia madre ed io aviam pensato il modo. Giunto finalmente Santolo con Fallalbacchio, dissero a un tratto: - Dateci una buonamancia che noi non vi lascerem passare. E perché coloro non rispondevano, Fallalbacchio cominciò ad alzare la voce, e dire: - Se voi non ci date una buona mancia, io piglierò la sposa a pentole e porterolla via, come s'io fussi una volpe che portasse via una pollastra. E mentre che i compagni della sposa si guardavano in viso senza dire niente, la pura verginella avendo le guance piene di vere lagrime, che allora le serviron per finte, e tutta maninconiosa mostrandosi, anzi per altro accidente essendo davvero; traendosi con difficultà e con lunghezza un anello di dito, disse loro tutta turbata: - Togliete qui questo pegno, e di grazia non ci fate più baie; ma guardate a non lo perdere, ch'egli è de' migliori ch'io abbia. E senza altro dire, lo diede loro. I buon barbagianni, come a chi pareva avere presa la preda, stese le reti e raccolte, tutti allegri e contenti se n'andarono a casa il signor Antonio de' Bandi, dove erano, come fanno ogni sera, a giuocare e a passar tempo molti gentiluomini: e quivi sghignazzando, e facendo un rumore che mai il maggiore, mostravano d'aver fatto qualche gran fazione; e mostraronlo a certi, che avevano manco che fare: i quali o per essere mal pratichi, o che noi conoscessero per essere di notte, o che pure lo facessero per mantenerli nella loro sfarinata mellonaggine, acciocché non uscissero così a fretta del pecoreccio, o come la s'andasse, e' dissero ch'egli era buono, e di valuta di parecchi scudi, e gli confermarono nella lor prima credenza. I quali perché la gloria loro si spargesse per l'universo, e l'egregia fama del magnifico fatto arrivasse sopra i nugoli, e' pensarono andare a rizzarne la sera medesima il trofeo nelle più celebrate parti di Prato, per trionfarne poi di giorno pubblicamente: e la prima gita fu in casa di mona Amorrorisca, bella e garbata giovan e comare di Fallalbacchio, e stretta parente della sposa; e quivi con una festaccia, che mai la maggiore, raccontarono il fatto, e mostrarono l'anello da discosto, come si fa la Cintola; e chiunque diceva: - Mostratecelo un poco, e' ghignavano, e 'dicevano: - Ehi semplice, cel vorresti torre! Pur alla fine furon contenti mostrano a mona Amorrorisca; la quale, come prima l'ebbe in mano, si avvide che colui che fece l'anello guastò un candelieri, e che la prieta era stata trovata nelle montagne di Vetralla, e cominciò a ridere; e tenutili un pezzo sulla gruccia, disse loro: - Alla fè, ch'egli è un bello anello: tenetelo caro, e guardate a non lo perdere, ché voi rovinereste Verdespina. - Be, che vai egli secondo voi - disse Santolo - mona Amorrorisca? - In verità che la notte è mal giudicar delle gioie e massime quando le son di valuta come questa; pure a farla stretta, e' non è, che fra l'ottone e 'l vetro e la legatura e l'orlatura e la merlatura e' non costasse due quattrini, e anche tre. Allotta Santolo tutto in gote, strappandognene di mano, disse: - Or vedi ch'ella vuol la baia. Pur quando e' l'ebbe in mano, come quello che era malizioso dopo il fatto, al peso e al colore s'avvide ch'egli era andato a pigliare le stame col bue, e cominciò a sbuffare. Allotta disse Fallalbacchio: - Eh tu vuoi ragionare; non vedi tu che la comare ci strazia? mostral qua a me: oh non ti diss'io, ch'ella voleva la baia? cagna, e egli è un bel rubino! che dich'io? ell'è una carniuola: no, no, pazzo l'è,una turchina: tant'è, sia che vuole, egli è un bell'anello; io voglio andare giù al compare, che mi ci presti su un fiorino, per comprare i capretti posdomani: che ce ne verrà? imperocché egli è sabato, e saranno grassi. E senza dire altro, andatosene in bottega del compare, anconché con gran fatica, fu chiaro ch'egli era buono a serbare quando e' maritava la sua balia. Sicché allotta egli e Santolo, che gli era venuto drieto, cominciarono a fare all'arme, e tagliare i nugoli e dicevan che torrebbono la spera di 'n sulle zane la mattina seguente in ogni modo. E Fallalbacchio, voltosi al compare, disse: - Credete voi che le cose sien legate in sulle zane? No, disse il compare, e' non si lega nulla. Ed egli: - Umbé, io vo' torre la più bella veste e i più begli sciugatoi lavorati, che vi sieno e vommi far pagare a doppio. E così senza più dire, con questo nuovo assegnamento si riposarono insino alla mattina vegnente: e venuta l'ora dell'andare le zane, perché non avessero a far loro qualche baia intorno, lo sposo ordinò che costoro fusseno trattenuti in su quell'ora da certi suoi amici con un poco di buon trebbiano, e altre chiacchiere, tantoché le zane si condussero a casa a salvamento. Sicché di nuovo rimasti con le beffe, se n'andarono a Grignano a giuocare alle pallottole. E perché Verdespina non era contenta che quella giarda fusse venuta dalle mosse sino a mezzo il corso senza condursi al palio, la fece intendere a mona Amorrorisca l'animo suo; ed ella di ciò contenta, diede opera a quanto aveva a fare. E venutone il sabato mattina, Verdespina mandò a dire a Santolo e Fallalbacchio, che gli rimandassero il suo anello; imperocché era contenta di far loro una buona mancia, tantoché e' potrebbono godersi i duoi capretti. Costoro credettero da prima ch'ella volesse la burla; se non che certi, ammaestrati di quanto avevano a fare, cominciarono a zufolare loro negli orecchi, che mona Amorrorisca aveva loro scambiato l'anello, e che sapevano certo che e' valeva più di trenta scudi, e che lo sposo aveva inteso il seguito, e che s'adirava da maledetto senno, e che rivoleva il suo anello, che non voleva queste baie. Che diavol direte voi, che se la cominciarono a bere? e però andarono dalla comare, e la domandarono s'egli era vero che l'avesse scambiato l'anello: la quale cominciò a ridere, e ridendo a negano con certi atti, come fa chi vuol la baia negando il vero; onde tenner per certo che la comare l'avesse loro accoccata. E montati in collera, cominciarono a dare all'arme e dirle mezza villania; e ch'ella gli aveva fatti uccellare per tutto Prato, e che non si faceva a questo modo, e che mandasse loro l'anello, e che non avrebbono pazienza. Ed ella, per fargli più adirare, si stava cheta. Onde Fallalbacchio con voce alta cominciò a dire: - Comare, rendeteci lo anello ch'io vi prometto, e ve lo giuro per questa croce (e fece una croce in su i mattoni con un carbone del fuoco) ch'io vi torrò la vostra catena d'oro domattina, quando voi andrete alla messa, senza avervi punto di rispetto, e leverovvela da collo nel mezzo di chiesa. Ond'ella, vedendo esser se guito quanto voleva, fingendo avere ciò a male, mostrandosi tutta sdegnata, disse che non aveva scambiato l'anello per far loro ingiuria, e manco per torselo per sé, come e' pareva che e' credessero, ma per ridersene insieme con loro un dì o due, e bravavano, e avevano il peggio, se prima non gli pagavano duo capretti, i più belli che fussero in piazza la gli voleva trattare come e' meritavano; però non pensassero di riaverlo, quella mattina. Onde Santolo e Fallalbacchio, vedendola adirata e sentendola così parlare, volsero con buone parole rappacificare la materia; ma tutto fu in vano, perché ella lasciatigli in sulle secche, se n'andò in camera, dicendo: - Voi m'avete inteso. Questi, toltisi di quivi, cominciarono a pensare quel che dovevano fare tutti maninconosi. Infatti lo sposo manda loro a dire, che rivuole il suo anello, e che e' chiedessero che mancia volevano, ché gli voleva contentare, e che oramai doveva bastare loro quello che insino a qui s'era fatto; e che s'adirerebbe. Onde Fallalbacchio voltosi a Santolo, disse: - Lo sposo ha ragione; che diavol sarà mai? comperiamo i duo capretti alla comare, e andiamo poi domandassera a cena seco, e farem la pace; e se lo sposo rivorrà l'anello, e' ci satisfarà del tutto, o noi non gliel renderemo. E così attenutisi a questo parere, se n'andarono in piazza, e comprarono due grassi capretti, e portaronli a casa la comare, e sì le dissero: - Ora ci renderete l'anello, eccovi i capretti. A' quali ella ridendo disse, che non poteva mancare, ma lo voleva lor rendere la domenica sera, che venissero a cena seco a godersi i capretti; e questo faceva per ben loro, che voleva invitare ancora a cena la Verdespina e 'l marito, acciocché paresse loro manco fatica a satisfargli a doppio. Questi dicendo che l'aveva pensato bene; ma innanzi bisognava mandare a dire allo sposo, che li lasciasse stare, e non chiedesse l'anello insino alla sera seguente: a' quali ella disse, che di ciò ne lassasse il pensiero a lei, che contenterebbe lo sposo. Partitisi i corrivi, mona Amorrorisca mandò a dire a Verdespina, che per dare il compimento alla giarda da loro ordinata, non mancava altro, se non che la sera seguente se ne venisse ella e lo sposo a cena seco: a cui Verdespina rispose, che questo non mancherebbe. E così venuta la domenica sera, mona Amorrorisca avendo fatto invitare più fanciulle sue parenti belle e graziose, e così i mariti loro, acciocché la burla si spandesse per tutto, e se ne desse loro una gran baiaccia, ed anco per fare onore alla novella sposa sua parente; la sposa insieme col suo marito se ne venne alla casa di mona Amorrorisca, dove le fu fatto un bellissimo convito; e vi si trovò Santolo e Fallalbacchio. E poiché il convito ebbe fine, desiderando mona Amorrorisca e la Verdespina, che la corsa data a Santolo e Fallalbacchio si scoprisse a tutti, e si desse lor la baia, dissero come la cosa era andata, dove fu da tutti riso e dato una baiaccia a Santolo e Fallalbacchio dagli uomini e dalle donne: i quali nel principio volsero fare un po' di schiamazzo, ma veggendo che per questo ognuno più rideva, presero per partito, come persone piacevoli, di ridersene anco essi, dicendo che non era gran fatto che fussero stati ingannati dalle gioie, perché non avevano mai esercitato l'arte dell'orefice. E così per tutta quella notte, che si fece una bella veglia, fu da ridere de' casi di Santolo e di Fallalbacchio. Ecci chi dice, che Santolo non rise mai di voglia, come quello che tenendosi più sbirbato di Fallalbacchio, gli pareva mettervi più del suo.


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