NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Lo Scheggia, che gli era venuto dietro sempre alla seconda, sùbito che lo vide vicino alla bottega di Ceccherino, si mosse a corsa, e ne andò volando in Porta Rossa, dove faceva arte di lana Agnolo Chiaramontesi suo zio, uomo vecchio e cittadin riputato e di buon credito, e gli disse che corresse tosto in bottega di Ceccherin merciaio, dove Neri, che era uscito di sé et impazzato, si trovava tutto armato e con una roncola in mano, acciooché egli non facesse qualche gran male. Agnolo, che, non avendo figliuoli, voleva grandissimo bene al nipote, rispose: - Ohimé! che mi di' tu? - Il vero - disse lo Scheggia e soggiunse: - Tosto, ohimé! tosto, venite via: ma chiamate quattro o sei di que' vostri lavoranti di palco, a fine che si pigli e leghisi, e così legato si conduca a casa; dove stando al buio tre o quattro giorni, che niuno gli favelli, ritornerà agevolmente in cervello.

     Colui, non gli parendo, e non essendo uomo da esser burlato, credette troppo bene alle parole dello Scheggia; e subito, chiamati sei tra battilani e divettini, de' più giovani e più gagliardi, con due paia di funi ne andò via battendo alla bottega di Ceccherino, quindi poco lontana, dove trovò Neri, che aveva condotto coloro per mala via, e stavano colle febbri di non toccar qualche tentennata. E Neri, gongolando fra sé, faceva loro una tagliata e uno squartamento che si sarebbe disdetto al Bevilacqua girando. intorno con quella roncola, ma guardando sempre a còrre dove potesse far loro assai paura e poco danno. Quando il zio, entrato dentro, avendolo di fuori conosciuto alla voce, se gli scagliò di fatto addosso; e messagli la mano in su la roncola, gridò: - Sta' forte: che vuoi tu far, nipote mio? e a coloro, che menati aveva seco, vòltosi, disse: - Su voi: toglietegli l'arme, tosto gittatelo in terra, e legatelo prestamente. - Coloro se gli scagliarono subito addosso; e presolo, chi per le gambe, chi per le braccia e chi per lo collo, lo distesero in un tempo in su l'ammattonato, che egli non ebbe agio a fatica di poter raccor l'alito; e gridando ad alta voce: - Che fate voi, traditori, io non son pazzo - potette rangolare, ché essi gli legarono le braccia e le gambe di maniera, che non poteva pur dar crollo; e trovato una scala, ve la accomodarono sopra, legato avendolo sùvi di buona sorte, acciocché egli non se ne gittasse a terra. Lo Scheggia, da parte recatosi, e udendolo in quella guisa guaire, minacciare e bestemmiare, aveva una allegrezza sì fatta che egli non capiva nella pelle. Le genti, che erano fuggite e nascostesi, sentendo e veggendo che gli era legato il pazzo, si facevano avanti; e riguardandolo da presso, a tutti ne incresceva, e lo dimostravano chiaramente co' gesti e colle parole.


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