NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     La novella si sparse intanto per tutta Pisa, talché ognuno restava attonito e pieno di meraviglia, biasimando non meno la scellerata astuzia dell'alchimista, che la iniqua ingratitudine della perfida moglie. E il padre e alcuni parenti, che a visitarla erano andati, tutti la riprendevano e proverbiavano rigidamente, protestandole che coi suoi figliuoli insieme si morrebbe di fame, così crudele avendo fatto et inumano tradimento al povero suo marito; per la qual cosa malcontenta e piangendo lasciatola avevano. Venne l'altra mattina, et all'ora deputata sopra un carro lo infelicissimo Fazio, fatto per tutta Pisa le cerchie maggiori, in piazza condotto, sopra un palchetto a posta fatto, bestemmiando sempre sé e la iniqua moglie, dal manigoldo in presenza di tutto il popolo fu squartato; e dipoi insieme ridotto, e sopra il medesimo palchetto acconcio, fu disteso, che quivi tutto l'avanzo del giorno stette, a esempio dei rei e malvagi uomini. La Pippa, avuto le tristissime novelle, quanto più essere si possa dolorosa, priva trovandosi, per la sua rabbia e gelosia, del marito e della roba, si dispose da se stessa del commesso peccato pigliarsi la penitenza; et arrabbiata, pensato avendo quel che far voleva, quando la maggior parte delle persone era a desinare, coi suoi figlioletti, présone uno da ogni mano, piangendo, in verso piazza preso il cammino, quelle poche genti che la riscontravano, conoscendola, la biasimavano e riprendevano e lasciavano andare. E così in piazza appié del palchetto arrivata, pochissime persone vi trovò intorno; e se tra quelle poche era chi la conoscesse, non sapendo quello che far si voleva, le davano la via; et ella, piangendo sempre, coi figliuoli la crudelissima scala salì, e fingendo sopra il palchetto d'abbracciare e piangere il morto suo sposo, era d'intorno aspramente ripresa, dicendo: - Pessima femmina! ella piange ora quello ch'ella ha voluto, e da se stessa procacciatosi. - La Pippa, avendosi fitto l'ugna nel viso e stracciatosi i capelli, tuttavia piangendo e baciando il viso del morto marito, fece i teneri figliuolini chinare, dicendo: - Abbracciate e baciate lo sventurato babbo - i quali piangendo, tutto il popolo lagrimar facevano. Ma la cruda madre in questa, cavato fuori del seno un bene arrotato e pungente coltello, l'uno dei figliuoli in un tratto percosse nella gola, e lo scannò di fatto; e più rabbiosa che percossa vipera, in un attimo all'altro vòltasi, il medesimo fece così tosto che la brigata a fatica se ne accorse; e furiosamente in sé rivoltasi, nella canna della gola il tinto coltello tutto si mise; e scannatasi, addosso ai figliuoli e al morto marito cadde morta. Le persone che erano quivi intorno, ciò veggendo, lassù gridando corsero, e i due miseri fratellini e la disperata madre trovarono che davano i tratti, sgozzati a guisa di semplici agnelli. Il rumore e le grida subito si levarono altissime, e per tutta Pisa si sparse in un tratto la crudele novella; talché le genti, piangendo, correvano là per vedere uno così spaventoso e orribilissimo spettacolo, dove il padre e la madre con due loro così belli e biondi figliolini empiamente feriti, e crudelissimamente insanguinati, morti, l'uno sopra l'altro attraversati, giacevano. Ceda Tebe e Siracusa, Argo, Micena e Atene, ceda Troia e Roma alla infelice e sfortunata Pisa. I pianti, i lamenti e le strida intanto erano tali e così fatte per tutta la città, che pareva che dovesse finire il mondo: e sopra tutto doleva ai popoli la morte dei due innocenti fratellini, che, senza colpa o peccato, troppo inumanamente del paterno sangue e di quello dell'empia madre tinti e macchiati, in terra morti stavano, in guisa che pareva che dormissero, avendo la tenera gola aperta; e di quella caldo e rossissimo sangue gemendo, tanta nei petti dei riguardanti e doglia e compassione mettevano, che chi ritenere avesse potuto le lagrime e il pianto, o sasso o ferro, più tosto che corpo umano, si sarebbe potuto dire: perciocché il crudo e scellerato spettacolo avrebbe potuto destare alcuno spirito di pietà nella crud eltade stessa. Quivi alcuni amici e parenti di Fazio e della Pippa, con licenza della Giustizia, il marito e la moglie fecero mettere in una bara; e perché essi erano morti disperati, non in luogo sagro, ma lungo le mura gli mandarono a seppellire. Ma i due fratellini, con dolore inestimabile di tutti i Pisani, in Santa Caterina sotterrati furono.


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