NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     In questa accadde appunto che fuori d'ogni sua usanza, giunse quivi il marito della Mea, e sentendogli quistionare, dato una spinta all'uscio, entrò in casa; e veggendo la moglie con quel contadino alle mani, disse: - Che diavol gridi tu, Mea? che domine hai tu che fare con cotesto villano? - A cui, senza aspettare altro, rispose subito ser Agostino, e disse: - Sappiate, uomo dabbene, che io mercatai con questa donna trenta soldi questo papero, e di tanto restammo d'accordo nella via: ora ella qui in casa, me ne vorrebbe dare diciotto. - Tu menti per la gola - soggiunse la Mea; e parendole ottimo modo a ricoprire il suo fallo col marito, seguitò dicendo: - Io te ne voleva pur dare venti, e così facemmo i patti. - E io dico trenta - rispose il prete. Per la qual cosa il marito di lei disse:. - Deh, Mea, lascialo andare in mal'ora! tu diresti pari, et egli caffo, e non verreste mai a conchiusione: hai tu paura che t'abbiano a mancare i paperi? - Vadiasene col mal'an che Domenedio gli dia - soggiunse la Mea; - ché egli non troverà mai più chi gli faccia quel che gli ho fatt'io. - Il prete, partendosi di casa, disse: - E tu non troverai mai più altri, che abbia si grasso e sì grosso papero - e allegro fuor di modo, se ne tornò a casa, che da persona non fu conosciuto Il marito, non avendo bene inteso le parole della Mea, le disse: - E che gli hai tu fatto però? egli era più presso al dovere di te; e se egli lo porta in Firenze, ne caverà de' soldi più di quaranta, - E così, tolto di casa quel che gli bisognava, se ne tornò a lavorare, e la Mea a nettare l'insalata, piena tutta di stizza e di dolore, che da un villano a quel modo fosse stata beffata.


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