NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Gian Simone, poiché fu in casa, cominciò di terreno a chiamare la moglie e la fante, dicendo che prestamente mettessero a fuoco dell'acqua, ché grandissimo bisogno aveva di lavarsi. La donna, sentendolo putire, e veggendolo così scolorato nel viso, maninconosa disse: - Marito mio, che cosa strana vi è egli intervenuto? oh, voi parete disotterrato! che vuol dire? - A cui rispose Gian Simone: - Certe doglie di corpo, che mi son venute si subite con un'uscita rovinosa di sorte, che io sono stato per morire; perloché venendomene ratto a casa, rinforzandomi per la via il dolore, non avendo altro rimedio, fui costretto a lasciarla andare nelle calze. - La moglie, che era una d'assai femmina, cavategliene, e dalla serva aiutata, lavatolo molto bene, lo messero come egli volle nel letto, senza cenare altrimenti; dove, rammanicandosi tutta notte, non chiuse mai occhi, ma in sul far del giorno, cominciandogli a far freddo, gli prese una buona febbre. Lo Scheggia, la mattina per tempo levatosi, e trovato il Pilucca, n'andarono in su la terza alla bottega di Gian Simone, dove intesero lui sentirsi di mala voglia: della qual cosa dolorosi, lo Scheggia, che aveva più dimestichezza seco l'andò a visitare, e lo trovò nel letto, che pareva morto; onde li disse, acciocché la cosa non si avesse a saper per Firenze, che voleva che si medicasse, e che gli voleva procacciare il medico. - E chi troverai? - disse Gian Simone. - Maestro Samuello Ebreo - rispose lo Scheggia: che in quelli tempi era il miglior medico di tutta l'Italia. E perché la cosa non andasse in lungo, si partì allora allora; e trovato il medico, che era molto suo amico, gli narrò, fattosi dal principio fino alla fine, tutta la malattia di Gian Simone. Il che da lui ascoltato non senza grandissime risa, se n'andò prestamente con lo Scheggia a veder l'ammalato, al quale fece subito trarre otto o dieci once del più travagliato e rimescolato sangue che si fusse mai veduto; e gli disse: - Gian Simone, non dubitare: tu sei guarito. - E per dirla in poche parole, facendoli fare vita scelta e buona, in otto o dieci giorni lo cavò dal letto, guarito a un tratto della febbre e dell'amore.


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