NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ora, andando così la cosa, e trovandosi ogni sera insieme all'orto del Pilucca, sendo allora di state, e Guasparri procacciando il vino all'usanza, accadde che un suo parente, trovatolo un giorno, come invidioso del comodo e del ben di coloro, cominciò a riprenderlo che egli spendeva, anzi gettava via il suo, et era uccellato, e che lo Scheggia, il Pilucca e gli altri lo trombettavano e ridevansene per tutto Firenze, e che egli era da ognuno mostro a dito per goffo e per corrivo; di maniera che Guasparri, pensando così esser la verità, deliberò di levarsi per qualche giorno dalla lor compagnia: e andossene in villa, senza dir nulla a persona, dove egli aveva la brigata cioè la moglie, il figlio e una serva. I compagni, non lo ritrovando, parevano smarriti, e ne cercavano con grand'instanza, massimamente lo Scheggia e Zoroastro; i quali dopo sei o otto giorni, intendendo come egli era andando in villa, si maravigliavano che egli non avesse loro detto nulla; e dubitavano tutti di non ritrovarsi insieme ogni sera all'usanza, facendo buona cera e giulleria. In tanto Guasparri s'infastidì di stare in villa, e se ne ritornò in Firenze; il quale, come dal Pilucca fu veduto, fattogli una gran festa, subito fu invitato per la sera, dicendoli: - Oh come hai fatto bene a tornare; perciocché da poi in qua che ti partisti, io non ho mai bevuto vino che mi sia piaciuto! - Ma Guasparri, rispostogli che non poteva venire, fu dimandato dal Pilucca della cagione; et egli non sapendo dirgliene, né trovare scusa che buona fusse, fu tanto nella fine contaminato, che gli disse, morendosi di voglia di tornar con esso loro, che verrebbe volentieri, ma che non voleva più provveder vino, e metterlo a macca; narrògli tutto quello che dal parente suo gli era stato detto. Il Pilucca, ciò udito, ridendo di fuori e dentro malissimo contento, gli disse, per non parere, che la sera venisse a ogni modo, e che al far del conto non sponderebbe se non quel tanto che gli altri, pensando senza alcun fallo ricondurlo a poco a poco alla medesima usanza. Così, venutane la sera, e il Pilucca trovati i compagni e ragguagliatili, restarono maninconosi; pur, mostrando allegrezza, Guasparri ricevettero con lieto viso, e fecerli mille carezze e caccabaldole, e così seguitarono non so che sere. Ma alla fine, veggendo che Guasparri non usciva a fiato, avendolo tutti insieme e privatamente tentato più volte e per più vie, parve a Zoroastro che fusse da levarselo dinanzi, dicendo che non era cosa conveniente che egli usasse seco del pari; e così affermavano tutti, e deliberarono di farli qualche beffa, di sorte che da se stesso si pigliasse licenza, trovando qualche modo da farlo trarre, e cavarli denari o qualche altra cosa delle mani. E sapendo la paura che egli aveva degli spiriti e particolarmente dei morti, vi si fondarono sopra; e restati d'accordo di tutto quello che far volevano, méssero segretamente in opra certi amici dello Scheggia e di Zoroastro, che si avevano preso cura della beffa.


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