Opere di letteratura italiana e straniera |
Aveva Guasparri la sua casa in Borgo Stella, sicché ogni sera che coi compagni si ritrovava, per ritornarsene, gli conveniva passare il Ponte alla Carraia: né in detta casa stava persona, se non egli la notte a dormire, desinando la mattina sempre all'osteria o a casa d'amici o parenti. Abitava per sorte, accanto a lui un certo Meino tessitore di drappi, amico grande dello Scheggia, per la cui casa si poteva entrare agevolmente in quella di Guasparri; sicché lo Scheggia tanto aveva fatto e tanto pregatolo, che Meino era restato di fare quanto egli voleva. In questo mentre, venutone il giorno, la cui notte si doveva fare a Guasparri la beffa, avendo ogni cosa ordinata e messa in assetto, lo Scheggia e Zoroastro la sera si trovarono con i compagni al solito, dove cenarono di santa ragione; e dopo, a sommo studio entrato il Pilucca in su gli spiriti, e così Zoroastro, tanto dissero e delle streghe e dei morti e della tregenda e de' diavoli, che a Guasparri entrò sospetto grandissimo dell'aversene a ire a casa solo; e se non fusse stato per non si mostrar timido e pauroso, averebbe richiesto qualcheduno di loro, che lo avesse accompagnato e restatosi ad albergo seco; e fu tutto tentato di non si partire, e di dormir quivi. Ma venutane già l'ora deputata, fece Zoroastro, acciocché Guasparri se n'andasse, trovare i Germini, il qual giuoco colui aveva più in odio che la peste; sicché Guasparri fu forzato partire, che era mezza notte: ma come gli ebbe il piè fuori della soglia, subito gli esci dietro lo Scheggia pian piano; e vedutolo andarsene diritto a Santa Maria Novella, donde poi volgeva per la Via de' Fossi e indi poi passava il Ponte alla Carraia, se n'andò per Via Nuova; e quasi correndo, per Borgo Ognissanti giunse in sul Ponte alla Carraia, che colui ancora non era a mezza via; e trovati i compagni che lo attendevano, fece loro cominciare a dare ordine, et egli si nascose dietro alla chiesina di Sant'Antonio in su la sponda d'Arno, la quale arriva a Santa Trinità.
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