(Da I Marmi, Ragionamento sesto)
UN BARONE GELOSO E LA MOGLIE ARGUTA
Un barone, entrato in gelosia, in forma di frate confessa la sua moglie; la qual, vedutasi tradir dal marito, con una subita arguzia, fa rimanere una bestia lui ed ella rimane scusata.
I
N un certo regno di questo mondo, per non far nome al luogo, avenne alcuni anni sono che un nobilissimo cavaliere, quasi un de' primi baroni della corona, prese moglie giovane e bella, non meno di nobilsangue che conviene al grado suo; e, godendosi felicemente insieme, era tanta e siffatta l'affezione che si portavano l'uno all'altro che, ciascuna volta che 'l barone andava per alcun bisogno del re in paese lontano, sempre nel ritorno suo trovava o di mala voglia, quasi distrutta da' pensieri, o inferma la sua bella consorte. Ora avvenne una volta infra l'altre che dal re fu mandato il barone a Cesare per l'imbasciadore; e, dimorando piu del solito suo molti mesi, o per casi fortuiti che si fosse o per ispedire facende importanti o come si volesse, diede la sorte che la donna sua, dopo molti dolenti sospiri e lamenti, gli venne nel rimirare gli uomini della sua corte, indirizzando gli occhi dove per aventura là non avrebbe voluto; e fu lo sguardo di tal maniera che fieramente d'un paggio molto nobile e consumato, il quale la serviva senza poter fare riparo alcuno, s'inamorò. Onde, aspettato più volte tempo comodo, senza trarre di questo suo amore motto ad alcuno, una sera gli venne a effetto il suo pensiero; perché, chiuso destramente la camera, fingendo di farsi porgere alcune lettere e leggerle, e con questa commodità dato ardire al giovane di passar più innanzi che non era ragionevole, con certi modi ornati parte di onestà e parte dintornati di lascivia, con certi sguardi da far arder Giove e talora velocemente aprendosi alquanto il bianco e delicato seno e tosto richiudendolo e spesso scoprendo il picciol piede con alcuna parte della candida gamba più che neve, fingendo, come sopra pensiero, rinfrescarsi, accompagnando tali atti con alcun sospiro, e tanto arditamente e accortamente fece che 'l giovane mezzo timoroso, disse: - Deh, madonna, movetevi a pietà della gioventù mia, perché tenermi qua ristretto a tanto tormento mi strugge il cuore. - Alle quali parole le ardenti fiamme d'amore che serrate si stavano nel petto d'alabastro finissimo, diedero una scintilla di fuoco nel volto di lei, il quale, accendendosi tutto, diventò come un lucentissimo sole; e, prendendola per mano, la quale era in tal maniera che avrebbe liquefatto il diamante, e dopo assai ragionamenti e una stretta fede, oimè!, colse il frutto di quel piacere che strugge di desìo ciascuno amante. Avvenne dopo molti e molti giorni che, con gran diletto felicemente del lor amor godendo, che un nuovo accidente li assalì: e questo fu che un barone famigliarissimo, e quasi come fratello reputato, del marito, non gli essendo tenuto chiuso porta del palazzo, anzi, riverito e onorato, soleva spesse volte corteggiare e onorare la nobil donna; dove una mattina essendo l'ora tarda, senza esser d'alcuno impedito, per insino nella camera, la quale per mala sorte trovò aperta, se ne andò, credendosi, sì come l'altre volte, non dare impedimento alcuno. Aveva la giovane e il bellissimo paggio, dopo i piacevolissimi sollazzi, preso un grave e saporito sonno, si come avenir suole il più delle volte in simil casi, tal ché il barone, non vedendo la donna, con solito ardire alzò del paviglione un lembo, e, compreso il fallo della femmina e la prosunzion del giovane, non si poté tenere in quel subito, per l'affezione che portava al marito, di non gridare: - Ah rea e malvagia femina, questi sono i modi di leale consorte? ah, sfrenata gioventù, ch'è questo ch'io veggio? - E con altre infinite parole. Al qual grido destati i due amanti e storditi dal nuovo caso, altro rimedio non potettero prendere che umilmente raccomandarsi non meno con calde lagrime che stretti prieghi, per Dio mercé chiedendo, con assai singolti da rompere ogni duro core. Il barone, che non era di smalto, anzi di carne, sentì due colpi in un sol trarre d'un arco, il primo di pietà e di compassione, l'altro d'amore e di libidine; e, d'una parola in l'altra trascorrendo, si quietò con questo patto, di godere, alcuna volta parte dei beni dal paggio felicemente posseduti. Così, re
stato la femina contenta, esso quieto e il paggio allegro più e più giorni goderono la dolcezza che passa ogni piacer umano. La fortuna, nimica dei contenti, la qual non sa conservare lungo tempo la felicità in uno stato, non gli bastò solo aver fatto il primo e il secondo inconveniente: l'uno e l'altro brutto, che la vi aggiunse il terzo bruttissimo: e questo fu un frate, cappellano della donna, assai disposto della persona era solito passare nella anticamera a ordinare i suoi misteri, e, trovato chiuso la strada e tardando l'ora di far l'offizio, con una ordinaria prosonzione, per alcune scale secrete nell'anticamera pervenne; e, ascoltando più volte all'uscio che in quella entrava che spesso ritornandovi, avvenne che aperto lo trovò, ma molto bene accostato, e con la mano pianamente aprendolo alquanto, comprese che 'l famigliare barone con la signora a grande onore se ne giaceva e d'ogni desiderio suo dolcemente si contentava; ed essendo alquanto desideroso di far tal viaggio esso ancora, pensò più modi che via prender doveva a questo fatto. Onde, uscito il barone del letto e della camera partito, subito il frate senza punto dimorare se n'andò al letto della madama e gli disse: - E' sono più anni, illustre signora mia, ch'io servo l'onorato barone vostro consorte, e la servitù, ch'io ho fatto seco, per altro non è stata se non mediante la bellezza ch'è posta nell'angelica faccia e ne' lucenti e folgoranti lumi de' bei vostri occhi; e perché l'amore ch'io vi porto non ha termini né luogo, non ho avuto ancor rispetto a religione o a condizion mia e con l'ardore de' vostri vivi razzi si forte m'ha assalito che più volte, tratto dalla strada dell'impossibile, sono stato vicino ad ammazzarmi e, fatto di tal caso deliberazione risoluta, non ci andava guari di tempo che eseguivo la crudeltà in me; ma, veduto Amore il fiero mio e bestial proponimento, m'ha, la sua mercé, porto alquanto di lume in queste oscure tenebre de' miei affanni, e questo è stato che con gli occhi propri ho veduto quello ch'alla mia salute era di bisogno. - E qui alla donna, che stava piena di meraviglia, molti particolari narrò e con molte parole gli dimostrò il danno che ne seguiva e il vituperio che lei ne riportava, se di tal cosa non gli acconsentiva; e, dall'altro, proponeva un silenzio fedele, una pace eterna e un quieto riposo; ultimamente, che lei gli domandava la vita e a sé e al baron suo parmente la conservava: tal che la donna piatosa, fra 'l timore e la paura e la promissione del tenerlo secreto, per una sola volta gli acconsentì, con molto suo dispiacere e affanno, alle disoneste voglie: ne si partì dalla camera che 'l tutto si messe a effetto.
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