(Da I Marmi, Ragionamento di diverse opere e autori)
FAVOLA DEL LIONE DI MARMO
M
ESSER Gabriello Vendramino, gentiluomo viniziano, veramente cortese, naturalmente reale e ordinariamente mirabile d'intelligenza, di costumi e di virtù, essendo io una volta nel suo tesoro dell'anticaglie stupende e fra que' suoi disegni divini dalla sua magnificenza raccolti con ispesa, fatica e ingegno, andavamo vedendo le antiche sue cose rare, unite, e fra l'altre mi mostrò un leone con un Cupido sopra. E qui discorremmo molto della bella invenzione e lodassi ultimamente in questo, che l'amore doma ogni gran ferocità e terribilità di persone. Era con esso noi un galante ingegno che ci affermò una bugia per vera; onde noi ridemmo assai; ed è una favola a proposito del cicalamento che io ho fatto sopra, veramente cicalamento, perché non farà profitto alcuno, tanto sono accecati gli uomini. Disse egli avere avuto gran ragionamento e gran disputa con un suo amico della natura del leone e delle mirabili sue parti ed entrò tanto in sì fatte lodi che lo antepose all'uomo: e con tali lodi e tali ragionamenti se n'andavano passo passo per il lor camino; alla fine, tratti da una gran sete, si fermarono a una fontana a bere, dove sopra di quella era sculpito un Ercole che sbarrava la bocca a un lione. Il compagno, che era stato ascoltare tutte le ragioni in favore del lione, quando vidde l'uomo che lo signoreggiava e vinceva, rivoltosi al compagno, gli disse: - Questa scoltura abatte tutti i favori che tu hai fatti al tuo animale. - Allora il lione sculpito rispose (e lo dovete credere, perché le figure di marmo favellano): - Gran mercé, ché l'ha sculpito un uomo! Ogni volta che si troverrà qualche lione che sia scultore, sarà facil cosa che facci il lione che amazzi e che facci con il suo scarpello aprir la bocca a un uomo a barrargnene da un canto all'altro.
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