Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


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     A viemmeglio nascondere il nefasto intendimento dell'istituita guardia urbana delle provincie, si era creata nella metropoli partenopea la guardia di sicurezza. Ottomila furono gl'inscritti: i capitani formavano i registri, scegliendo i militi fra gl'impiegati ed i possidenti, nè senza il consiglio della polizia: molti nobili ne brigarono i gradi superiori per vaghezza di assisa, non per ispirito militare o aspirazione patriottica: il comando supremo di questa guardia di sicurezza fu affidato al principe di Salerno, Leopoldo di Borbone, zio del re, già disfatto dagli anni e dalle intemperanze d'ogni genere. Sospettoso mai sempre il re concesse ai militi di vestire elegantissima divisa, ma negò ad essi le armi, che, deposte negli arsenali del Castello Nuovo, si distribuivano nei giorni di esercizio dei singoli battaglioni, e subito dopo quei militari ammaestramenti si riponevano nei regi depositi. In un sol giorno dell'anno vedevasi tutta riunita la guardia di sicurezza, nella grande rassegna di Piedigrotta, che avveniva l'otto settembre, giorno consacrato alla natività della Vergine; ed in mezzo alle file, di quarantamila soldati indigeni e stranieri, fedeli al re e devoti alla sua tirannide. Questa pomposa mostra, a giorno determinato, e sotto lo sguardo di numerosi e distinti stranieri, giovava allo scaltro Ferdinando per confermare l'Europa nella credenza che felicissimi fossero i Napoletani, possedendo i Consigli rappresentativi delle provincie, una Consulta di stato, l'organamento amministrativo moderno, una sapiente e liberalissima legislazione, e perfino una milizia cittadina. L'Europa non sapeva, o meglio non voleva sapere, che il re colla polizia, e la più schifosa corruzione, calpestava le istituzioni, le leggi, i diritti, i doveri e sostituiva l'arbitrio sfrenato, la sua volontà personale alla regolare azione della monarchia temperata. La guardia urbana fu richiamata in vigore dal ministro Del-Carretto, il quale, con arte veramente infernale, rivolse quell'istituzione dei popoli civili e liberi a danno non della libertà, che non esisteva a Napoli, ma delle semplici aspirazioni verso un migliore avvenire.


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