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Percorso interattivo
La Donna nell'Arte
Itinerario critico
Ingresso alla mostra
Partecipano alla Mostra:
Alice
Norma Carrelli
Antonella Cinelli
Miriam De Berardis
EdiGì
Derna Fumo
Fiorella Fumo
Ladì
Anna Maria Magno
Leonilda Maranella
Shandra Moscardelli
Manuela Nori
Sonia Piersanti
Teresa Pilotti
Carina Spurio
Ortensia Tempestilli
Mostra a cura della Soprintendenza P.S.A.E. l'Aquila
Presidio di Teramo
Referenti
Maria Grilli - Responsabile Presidio Teramo Soprintendenza PSAE L'Aquila
Silvia Manetta - Preside I.T.C.T. "V. Comi" Teramo
Raffaele Grilli - Fiduciario Teramo Val Vibrata "Slow Food"
Link
Soprintendenza Psae dell'Abruzzo
Sito Ufficiale Istituto "V. Comi"
Eventitalia.net
Pagine web di Antonella Cinelli
Pagine web di Leonilda Maranella
Blog di Carina Spurio
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LA DONNA NELL'ARTE - Espressioni di vita artistica nella realtà locale
ITINERARIO CRITICO a cura di Nicolino Farina (Soprintendenza PSAE L'Aquila - Presidio di Teramo)
Alice
la pittrice che reinterpreta lo splendore dell'arte classica attraverso echi coloristici magnogreci ed etrusco-romani
ha saputo percorrere uno sperimentalismo divenuto nel tempo efficace metodo d'espressione. La sua pittura affascina perché diventa paradigma fra attività creativa e percezione poetica
fra coscienza della finzione e funzione della conoscenza. La sua è una pittura Mediterranea dove il mito convive con la natura e la donna ritratta è partecipe di questa duplicità.
La dolcezza cromatica diffonde nelle opere di Norma Carrelli una profonda spiritualità. Senza finzioni l'artista protende a un senso mistico
raggiunto nella tela attraverso palpitanti e sottili equilibri. In questo concetto artistico la figura femminile diventa crocevia col quale confrontarsi e affacciarsi verso il mondo. Norma esprime l'amore verso la vita e l'essere donna mettendo a nudo il suo pensiero intriso di fede e senso cristiano.
Le cinque opere di Antonella Cinelli si leggono come un viaggio di riflessione
una sorte di narrazione
come un reportage sulle tracce di un itinerario dell'emozione
ricordo di un'espressione del vissuto e momento del vivere il presente. Nella serie delle prime tre tele
la specularità dell'abito nero è riflessa in una limpida espressione figurativa
esaltata dalla ricerca anatomica. Il non finito della terza tela
dove non compare l'abito
è propedeutico alle due altre tele. Nelle due ultime tele
come negli intenti della Pop Art
l'autrice usa l'oggetto di consumo (l'abito) come espressione figurativa diretta ed esaltata. L'abito nero
come un bassorilievo sagomato nella forma da "indossato" delle parti del corpo più femminili
va oltre la tela bianca usata come un block notes dove incidere appunti di vissuto.
La tela "Memorie" di Miriam De Berardis si legge come uno spartito musicale
dove le note e le pause sono sostituite dai cromatismi
dagli spazi
dai contrasti e dalle assonanze tonali. Con "Trame" rende osmotici i valori del segno e della cromia. In "Tornano" e "Doppio" la ricerca pare svilupparsi in una percezione dell'esistenza di una forza misteriosa che tutto plasma secondo una logica estrinseca e una dinamica di rappresentazione fuori dal figurativismo
ma capace di esprimere istanti sospesi di poesia. Le quattro opere sintetizzano il concetto artistico dell'autrice: una tenzone al superamento della realtà.
Nella tela di EdiGi c'è la passione e lo stupore del sogno. L'artista non trascrive ma trasfigura la scena delle donne danzanti. Palesate in una traccia figurativa di sintesi non opprimente
le danzatrici definiscono uno spazio nel quale la liricità del segno velato rendono possibile l'evocazione leggera di attimi suggestivi.
La pittura istintiva di Derna Fumo si manifesta nell'autoritratto: immagine femminile con taglio deciso
strutturata con energiche pennellate ricche di pasta e audacia coloristica. Nella tela delle due bagnanti
le donne sono parte del paesaggio
liberate dalla prigionia della forma. Con una serenità quasi francescana l'autrice cela l'ansia della conoscenza con la tenacia e la forza della sua personalità.
Il dipingere per Fiorella Fumo è una ricerca completa e consona alla sua personalità
i paesaggi esposti in mostra estrinsecano i più puri ed esaltanti sentimenti del suo animo. Le figure femminili presenti nei due dipinti sono di altri tempi
ma nella realtà stanno ad indicare il modo d'intendere la vita in rapporto con il creato. La sua interiorità è vissuta verso una realtà legata alla natura
caratteristica delle trasformazioni temporali delle stagioni
riflesso di un intendere la vita "slow"
sfrondata dai ritmi della contemporaneità. I suoi due personaggi sono venati di un espressionismo riconducibile al suo modo di desiderare la natura incontaminata
forza e simbolo a cui aggrappare le proprie sicurezze interiori.
Ladì ha incentrato il suo percorso artistico sulla figura della donna. L'autrice "parla" di donne languide
che vivono la giovinezza nell'attesa
oltre il presente e la contemporaneità. Donne dalle linee sinuose
dalle movenze riflessive ed assorte
vestite di abiti senza tempo
ora baroccheggianti
ora intrisi di intenti pop
sempre di variopinte cromature che
ripetute negli sfondi
evidenziano il pallore dei visi conferendo alla composizione una personalissima iconografia.
La pittura di Anna Maria Magno percorre la strada dello studio del vero
a volte iperanalitico
carico di suggestione onirica. Nelle tele della pittrice
vero e simbolico si incrociano e interagiscono fino a un connubio inscindibile di esiti formali. La pittura materica ricca di colori vivi e vibranti
dà forza alla narrativa realistica dell'autrice
sempre attenta all'interiorità del mondo femminile inteso nel senso universale. Nelle opere presenti alla mostra
singolare è lo straordinario omaggio alla pittrice Frida
pregno dell'atmosfera messicana
così come il primo piano della ragazza di colore immersa nei colori e nella cultura del continente africano. Le due donne sono protagoniste e danno forza ai dipinti per l'intensità del loro sguardo.
I due dipinti di Leonilda Maranella sono frammenti di società in cui la figura femminile
nel bene e nel male
è protagonista. Una società divisa tra la ragazza prorompente che si lascia accarezzare dal mare
pronta a fermare quei momenti con la macchina fotografica
e la giovane mamma emarginata sul marciapiede che
con la propria creatura
conta nell'aiuto caritatevole del prossimo. Due donne
facce della stessa medaglia
due figure femminili della nostra società sempre più divisa nei valori e negli averi. Donne che
negli intenti dell'artista
possono riassumersi nella sfera teorica dell'attesa: scene quotidiane di briosa attività e di logora esistenzialità.
Nell'opera di Shandra Moscardelli la femminilità è dipinta senza compiacimento
in cui le nudità diventano integrazioni al discorso scenografico. Il volto delle donne
però
rivela la malinconia o lo stupore
il dolore o il candore del vivere il presente. Le sue figure femminili si lasciano travolgere dalla luce crepuscolare del cielo e del mare cupo. Sono donne che mostrano le paure
le ansie
gli ardori
i risvegli e i trasalimenti di una giovinezza che guarda oltre il tran-tran quotidiano.
Nei dipinti di Manuela Nori sprigiona la potenzialità di un immaginario senza veli
espresso senza timore di mostrare il proprio cifrario fantastico in una dialettica in bilico tra la costruzione della forma e la sua liberazione. Secondo questo criterio ideativo dell'arte
l'autrice concepisce l'opera come oggetto e punto d'approdo della sua peregrinazione mentale rivolta alle problematiche umane. Nelle sue tele le donne
intriganti ed emotive
sono come pagine di diario
annotazioni in forma figurativa alla ricerca del tempo presente.
Da sempre lo specchio ha avuto una corrispondenza magica. Simbolo contraddittorio della vanità e della verità
lo specchio è lo strumento
amico o nemico
dell'autocontemplazione della donna. Gli specchi creati in pasta di sale da Sonia Piersanti
sembrano evocare le credenze della soprannaturalità di questo strumento. I ritmi figurativi delle sue composizioni e le suggestive colorazioni di oro
argento
bronzo
bruno e vinaccia richiamano allo specchio esoterico di letteraria memoria.
La donna di Teresa Pilotti è simboleggiata attraverso la fecondità della natura. La femminilità è concepita in funzione della famiglia
simbolo dell'umanità
che
inserita al centro dell'albero
è intesa come nucleo naturale e vitale per la crescita dell'uomo. L'albero stesso è parte di un ordine divino
simbolo stesso della vita nella concezione biblica
dove la rigogliosa vegetazione
piena di coloriture e rallegrata di gioia vitale (gli uccelli)
è il luogo predisposto per l'umanità. La purezza è l'opposizione della contaminazione. Le due tele dell'autrice aspirano alla purezza e all'equilibrio della vita
concetti esaltati figurativamente da una tecnica personalissima.
Carina Spurio non si esprime attraverso la tela. Le riflessioni
le meditazioni
le ansie
le paure
la creatività le riversa sulla pagina vergata dall'astrazione della scrittura. La poetessa leggerà le sue composizioni il giorno dell'inaugurazione della mostra.
Origine di ogni processo figurativo
per la sua forza di astrazione dal colore
il segno e il graffito
per Ortensia Tempestilli
assurge a purezza espressiva di grande efficacia artistica. L'immagine della donna dell'autrice è realizzata su tavola con segni e graffiti
in un connubio di delicato chiaro scuro di grande presa. Un elaborato di grande superficie che lascia un'impronta consistente nel trasportare l'arte visiva sul piano di una poetica di forte sensibilità
dove l'osservazione attenta del reale coglie gli aspetti psicologici del soggetto.
Mostra virtuale online permanente
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Scatti fotografici a cura di Federico Adamoli
Le espositrici che volessero integrare l'immagine della propria opera con una ulteriore scheda personale relativa all'opera e all'artista
possono inviare le informazioni presso l'indirizzo di posta elettronico di questo sito.
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