Federico Adamoli
EROI TERAMANI. ALCUNI ATTI DI CORAGGIO TRA '800 E '900


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Paolo Carlier
Giulianova (1904)

     I riferiti problemi pratici che talvolta incontrava la commissione ministeriale per il riconoscimento degli atti al valor civile (il ritardo nella trasmissione delle relazioni e la carenza delle informazioni) intaccò in una certa misura l'equità distributiva, cui pure si tendeva con ogni possibile sforzo. Il caso già illustrato del manovratore ferroviario Filippo Mantini per il quale non si poté dar corso alla pratica, raffrontato a questo caso rende l'idea di come non sempre venisse rispettata l'equità.
     Anche il gesto compiuto da Paolo Carlier sembrò essere passato inosservato, perché solamente a più di tre mesi di distanza il Ministero comunicava al Prefetto di Teramo di aver saputo da "persona autorevole" dell'atto di coraggio compiuto dal capostazione di Giulianova. Solo che la persona autorevole aveva provveduto ad alterare la data in cui si era compiuto l'atto di coraggio, verificatosi il 6 settembre 1904, ma riferito come compiutosi nello stesso giorno del mese di novembre. La commissione ministeriale condusse a buon fine la richiesta, nonostante la documentazione ricevuta provasse l'alterazione della data stessa. Il Prefetto stesso trasmise gli atti solo il 18 gennaio 1905, a più di quattro mesi dal fatto, accaduto nella stazione ferroviaria di Giulianova.

     La mattina del 6 settembre 1904 quando era in partenza il treno diretto ad Ancona, Antonio Barone contadino di Bisenti, con il convoglio che si era già messo in movimento tentò di salirvi al volo, ma intralciato dal peso di una grossa bisaccia che aveva sulle spalle non vi riuscì, rimanendo aggrappato alla ringhiera della vettura situata al centro del convoglio e, quasi sospeso tra due vetture veniva trascinato dal treno che stava acquistando velocità.


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