Federico Adamoli
EROI TERAMANI. ALCUNI ATTI DI CORAGGIO TRA '800 E '900


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     Cinque giorni dopo da Teramo il Capitano G. Parenti confermava al Prefetto il parere espresso dalla Giunta Municipale, che riteneva l'atto non meritevole di attenzione. Risultò infatti che il biroccino era fermo proprio dinanzi alla bottega del barbiere e la cavalla, avendo rivolto lo sguardo verso l'interno del locale, nella cui parete di fronte alla strada era appeso un grande specchio, vedendosi riflessa e ritenendo la presenza di un altro cavallo, si diresse verso l'interno del salone, non potendo però entrare poiché il biroccino risultava più largo dell'entrata (come anche il cronista aveva sottolineato). A causa del colpo di una stanga andò in frantumi il vetro di una porta del salone e si rovesciò una sedia "la quale si ruppe più per il suo lungo uso che per altro". Al rumore prodotto accorse il giovane Vittorio, che tra l'altro conosceva bene la cavalla "perché più volte guidata, e senza perdere tempo, salito sul biroccino, afferrate le redini fece retrocedere la cavalla senza grandi sforzi, riducendola in breve all'obbedienza". Nessun pericolo di vita, né per il presunto salvatore, né per i presunti salvati, che in definitiva avevano presentato una versione dei fatti molto distorta. Il caso si chiuse lì.



Per concludere: una ricompensa pretesa!
Teramo (1907)

     Per chiudere questo lavoro, è insolito nel suo svolgimento, riguardo ai contenuti e ai tempi lunghissimi (cinque anni!) il caso che vide protagonista il medico teramano Raffaele Petrilli fu Raffaele da Villa Ornano Grande, il quale nel 1897 presentò un atto per attestare un avvenimento di cui era stato protagonista e dal quale egli si attendeva un riconoscimento al valore civile. Subito dopo però egli stesso, persuaso forse che il fatto da lui compiuto non era di quelli che potessero meritargli l'ambito riconoscimento, ritirò l'atto.


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