Opere di letteratura italiana e straniera |
Napoli sotto Carlo III godette d'un savio governo, Bernardo Tanucci di Stia nel Casentino (Toscana) ministro del re, dava tosto mano a riformare con ottime leggi lo Stato, a riordinare la finanza e ad emancipare la corona da tutte le usurpazioni e da tutti gli abusi della podestà ecclesiastica. Queste ultime radicali riforme sono le opere più sorprendenti di quel regno; imperocchè per incuria dei vicerè eransi talmente estesi i poteri della Chiesa, che il clero opprimeva i popoli ed imperava perfino sul governo. Infrenati i chierici, si pose mano sulle giurisdizioni ed immunità baronali. Si regolarono ed alleggerirono le imposte; si diede opera al catasto; per cui fu contento il popolo, e respirò; s'impinguò l'erario, e "soperchiando gl'introiti ai bisogni si pensò ai monumenti di grandezza." Allora, come per incanto, sorsero palazzi, edifici, ospizi, teatri e monumenti d'ogni genere(2).
Moriva il re Ferdinando II di Spagna senza prole, e lasciava vacante il trono a Carlo III. Ma non potendosi, come accennammo, pe' trattati riunire in una sola le corone di Spagna e di Napoli, Carlo decise porre quest'ultima corona sul capo del suo terzogenito, il fatale Ferdinando, fatale a sè, fatale al reame delle due Sicilie. |