Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


Pagina 14
1-5- 10-15- 20-25- 30-35- 40-45- 50-55- 60-65- 70-75- 80-84

[Indice]

     Guarito che fu, veniva chiesto dal capitano Gonzales per dirigere una strada all'Antignano. Egli accettava, e muoveva tostamente per quella volta. L'odio, che presto sentì nascersi in petto contro i tiranni d'Italia, massime contro il Borbone; la lotta sempre più viva tra l'amore per la donna che avrebbe voluto far sua, e il rispetto alla sposa altrui, lo decisero a rinunciare all'impiego e a lasciare il paese nativo. L'8 di febbraio 1847, il Pisacane partiva da Napoli per Londra. Quivi rimasto qualche tempo, si recava a Parigi, e, invano cercato di procacciarsi di che campare la vita col lavoro, decideva di inscriversi tra le schiere dei soldati francesi che muovevano a guerreggiare gli Arabi dell'Algeria. E tanto più volentieri abbracciava tale determinazione, in quanto che poteva tenersi addestrato nel mestiere delle armi, speranzoso, come era, di essere poscia in grado di esercitarlo a beneficio della patria e della libertà. Egli presentavasi al Duca di Montebello, in quel tempo ministro per gli affari della marina, il quale aveva conosciuta la famiglia Pisacane quand'era ambasciatore di Francia presso la Corte di Napoli, per le costui raccomandazioni veniva accettato come sottotenente nel primo reggimento della legione straniera, comandato dal colonnello Mellinet. Il Pisacane partiva per Marsiglia; e il 5 dicembre dello stesso anno 1847 faceva vela per l'Africa. Colà, nella rude guerra contro gli Arabi, non gli mancarono occasioni di guadagnarsi la stima e l'affetto dei commilitoni.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]