Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


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     Fin da quando era in Albaro, aveva strette relazioni di congiure e di arditi disegni col Comitato Nazionale che era in Napoli. Allora si poneva d'accordo col barone Giovanni Nicotera, il quale aveva preso già parte a congiure. Esso abitava in Torino; quivi si recava il Pisacane nei primi giorni di maggio del 1857, proponendogli un assalto improvviso sul napoletano; e a renderlo certo della riuscita gli mostrava lettere del Comitato. Il Nicotera aderiva. Con lui ed altri emigrati, fra i quali Giovanni Battista Falcone, si concretavano i mezzi per una spedizione, e veniva stabilita. Il Pisacane accettava di assumerne il comando, che a lui, come a quello che di militari discipline era peritissimo, affidavano gli uomini dell'emigrazione napoletana residente in Genova, e del partito d'azione.

     Il Nicotera veniva nominato luogotenente del Pisacane. Egli aveva 29 anni; era nato in San Biaso dal barone Felice. I primi suoi studi li fece nel collegio di Catanzaro, ove Luigi Settembrini gli aveva dato lezioni di belle lettere; studiò quindi l'avvocatura. Benedetto Musolino, suo zio materno, capo della Giovine Italia nella Calabria, lo aveva affiliato all'associazione mazziniana. Era stato nella cospirazione e nella rivoluzione in cui perdettero la vita Domenico Romeo, Pietro Mazzoni e Gaetano Ruffa ed altri nel settembre 1847. Nell'anno 1848, si distingueva nel campo di Spezzano con altri prodi Calabresi; fu poi a Roma nel 1849(19); quindi emigrò a Torino. - Prese parte a varie congiure, e nel 1856 veniva incaricato dal Comitato Nazionale di Napoli di recarsi in Sicilia per valutare il movimento tentato dal Bentivegna.


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