Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


Pagina 76
1-5- 10-15- 20-25- 30-35- 40-45- 50-55- 60-65- 70-75- 80-84

[Indice]

     "- Quante condanne di morte?
     "- Tre.
     "- Per quanti è giunta la sospensione?
     "- Per due.
     "- Ed io sono l'escluso non è egli vero?
     "- Sì; furono graziati Gagliani e Sant'Andrea.
     "- Bene; mi basta. -"
     E dato mano agli strumenti, convertì la prigione in sala da ballo!
     Quando il capo custode delle carceri, certo Giacomo Ferrigno, gli recò l'annuncio che, per istanza del Governo inglese, il re gli aveva commutata la pena di morte nella galera a vita, egli rispose con un motto rimasto tradizionale a Salerno:
     "- Sarà per un'altra volta!
     Il presidente della Gran Corte, il Dalia, all'annuncio della grazia di Ferdinando, mostrava al Nicotera il desiderio che lui e i suoi compagni avessero corrisposto col grido di viva il re! Al che egli sclamò fieramente che quel grido equivaleva a morte alla libertà.

     Il Governo inglese erasi intromesso nella quistione per l'affare del Cagliari, facendosi mediatore del Piemonte, che chiedeva la restituzione del piroscafo e la liberazione dei due macchinisti. Esso usò ogni ascendente presso la corte di Napoli perchè le pene di morte fossero commutate; e così il Nicotera venne condannato a vita nell'ergastolo, e gli altri condannati a morte ebbero i lavori forzati per trent'anni; altri pene minori; moltissimi furono prosciolti per mancanza di prove a loro carico.
     Il Borbone, "aprendo tutto il paterno cuore alla beneficenza," destinò la somma di annui ducati duemila a favore dell'isola di Ponza per le "sciagure in cui fu immersa per opera dei malfattori che la invasero;" dispose altri duemila ducati da dipartire fra i poveri di quell'isola, profuse onori e gratificazioni agli Ajossa, ai Ghio, ai Marulli, ai Capi-Urbani, e fece distribuire onorificenze e danaro ai gendarmi, ai cacciatori, alle guardie urbane, a tutte le centinaia di eroi che combatterono un pugno d'uomini. Infine fece coniare una medaglia che eternasse le infamie di Padula e di Sanza, la quale venne specialmente data agli assassini dell'eroico Pisacane e suoi compagni. Una di queste medaglie d'oro è conservata dal Nicotera per dono fattogliene dal Garibaldi.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]