Eran trecento: eran giovani e forti
E sono morti!
Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro
Un giovin camminava innanzi a loro;
Mi feci ardita, e presolo per la mano
Gli chiesi: Dove vai, bel capitano?
Guardommi e mi rispose - O mia sorella,
Vado a morir per la mia Patria bella! -
Io mi sentii tremare tutto il core
Nč potei dirgli - V'aiuti il Signore -
Eran trecento: eran giovani e forti:
E sono morti!
Quel giorno mi scordai di spigolare
E dietro a lor mi misi ad andare:
Due volte si scontrar con li gendarmi
E l'una e l'altra li spogliar dell'armi
Ma quando fūr della Certosa ai muri
S'udiron a suonar trombe e tamburi:
E tra il fumo e gli spari e le scintille
Piombaron loro addosso pił di mille.
Eran trecento; eran giovani e forti
E sono morti!
Eran trecento, e non voller fuggire,
Parean tre mila e vollero morire:
Ma vollero morire col ferro in mano
E innanzi ad essi scorrea sangue il piano.
Finchč pugnar vid'io, per lor pregai,
Ma un tratto venni men, nč pił guardai...
Io non vedeva pił fra mezzo a loro.
Quegli occhi azzurri e quei capelli d'oro.
Eran trecento: eran giovani e forti:
E sono morti!
Luigi Mercantini.
NOTE:
(1) Que' tre ordini chiamavansi bracci o ceti; ed erano il baronale l'ecclesiastico ed il popolare, composto quest'ultimo dei deputati delle cittą non soggette a feudo.
(2) Specialmente il magnifico palazzo di Caserta e il superbo teatro di San Carlo, entrambi unici nel loro genere.
(3) I giorni di Ferdinando erano occupati dalle donne, dal vino, dai bagordi, dalla caccia e dalla pesca.
(4) Carolina d'Austria era disordinata nella fantasia, ardente nei desideri; univa alle lubriche ispirazioni della mente, una pił potente lubricitą di organismo; era l'antica Messalina, era Venere Afrodisiaca. Di lei si poteva dire quanto scrisse di Messalina Giovenale: et lassata viris, nec dum satiata recessit.
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