Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


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     Giovanni Nicotera è tarchiato e robusto come un alpigiano, svelto ed elegante come uno zerbinotto, colla faccia bruna, circondata da nera e foltissima barba, somigliante a quella d'un tribuno romano; è di ingegno svegliatissimo, di facile e immaginosa parola, pronto all'assalto e abilissimo nella difesa, focoso e nel tempo stesso attissimo a padroneggiarsi anche nel fervore di una improvvisazione. Il Nicotera è la più diretta riproduzione di quegli oratori improvvisati dalla Repubblica Partenopea, di cui il Colletta ci ha tramandato non pochi esempi. Egli fu deputato al Parlamento italiano, e lo è tuttodì come rappresentante del Collegio di Salerno. In oggi è Ministro per gli affari dell'interno, e l'Italia attende da lui e dai suoi colleghi opere di ben ponderato progresso.


     FINE.
     LA SPIGOLATRICE DI SAPRI
     (1857)

     Eran trecento: eran giovani e forti
     E sono morti!
     Me ne andava al mattino a spigolare
     Quando ho visto una barca in mezzo al mare:
     Era una barca che andava a vapore,
     E issava una bandiera tricolore.
     All'isola di Ponza si è fermata,
     È stata un poco, e poi s'è ritornata:
     S'è ritornata, e qui è venuta a terra,
     Sceser con l'armi e a noi non fecer guerra.
     Eran trecento: eran giovani e forti
     E sono morti!
     Sceser con l'armi e a noi non fecer guerra,
     Ma s'inchinaron per baciar la terra
     Ad uno ad uno li guardai nel viso,
     Tutti avevano una lagrima ed un sorriso:
     Li disser ladri usciti dalle tane
     Ma non portavan via nemmeno un pane:
     E li sentii mandare un solo grido:
     - Siam venuti a morir pel nostro lido -


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