Federico Adamoli
EROI TERAMANI. ALCUNI ATTI DI CORAGGIO TRA '800 E '900


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Salvatore Ricciulli, Giuseppe Forcella,
Filippo Cantarini, Antonio Giacintucci
Atri (1910)

     Due giorni incessanti di pioggia. Ad Atri mancava solo il dramma in quel 23 maggio 1910. Anche il 'Giornale d'Italia' del 28 maggio diede notizia di quel disastroso temporale che per ben quattro ore consecutive aveva flagellato le contrade atriane, temporale di cui "non si ricorda l'eguale. L'acqua è venuta giù a torrenti, facendo straripare i fiumi, allagando le campagne, abbattendo gli alberi e facendo crollare parecchie case coloniche". L'impressione fu grande, ed il popolino fu portato ad attribuirne la causa al passaggio della cometa di Halley, in quei giorni visibile nei nostri luoghi.
     Il 'Giornale d'Italia' riferiva che "fu tale la violenza del temporale, che in città, rigurgitando le cloache, l'acqua scorreva a torrenti per le strade e la circolazione rimase sospesa per circa due ore". Mancava solo il dramma. Nel Vico Marrucci, per l'inclinazione del piano stradale, maggiore era risultata la quantità di acqua e melma che si riversò nella chiavica che esisteva nella via, colmandola ben presto. Quando l'acqua ricoprì interamente l'orto della casa di proprietà di Domenico Ricciconti, abitata da Luigi Di Ridolfo di anni 46, quest'ultimo si rese conto del pericolo incombente, poiché erano minacciate le fondamenta stesse della casa: urgeva deviare subito il corso delle acque.

     Il Di Ridolfo, abbandonata la propria casa, si precipitò sotto il diluvio in Comune per invocare aiuto. Accorsero prontamente l'assessore dottor Giuseppe Forcella fu Francesco di anni 27, notaio, il capo guardia Filippo Cantarini fu Francesco di anni 50, ed il delegato di Pubblica Sicurezza Salvatore Ricciulli fu Saverio di anni 54 nato a Bugliano (Cosenza). Giunti sul posto, i tre subito imposero alla madre quasi ottantenne del Di Rifolfo, Anna Domenica Angelozzi e alla di lui moglie Vittoria Ciferni di 44 anni, presenti all'interno della abitazione, di uscirne immediatamente, a causa del pericolo incombente di essere travolte dalla casa stessa. Le donne ripararono in una casa vicina.


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