Federico Adamoli
EROI TERAMANI. ALCUNI ATTI DI CORAGGIO TRA '800 E '900


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La cavalla imbizzarrita
Rosburgo (1910)

     Come già sottolineato, tra la documentazione attestante i fatti da sottoporre all'esame della commissione ministeriale veniva sempre richiesto uno speciale rapporto dei Reali Carabinieri, i quali eseguivano una personale indagine che accertasse l'esatto svolgimento dei fatti ritenuti meritevoli di un riconoscimento pubblico. Il rapporto dei carabinieri poteva contenere conclusioni molto diverse da quelle precedentemente emerse nelle testimonianze...
     E' il caso di un avvenimento di cui diede notizia la cronaca de 'Il Messaggero' nella edizione del 16 novembre 1910: si riferiva che a Rosburgo un cavallo attaccato ad un biroccino, infuriatosi improvvisamente si diresse verso un salone da barbiere dove si trovavano a conversare otto persone. Secondo il cronista, la presenza nel salone di un grande specchio dove si rifletteva l'animale, lo fece maggiormente infuriare, lasciando gli avventori paralizzati dallo spavento e dal pericolo, fin quando sopraggiunse il giovane Vittorio Guerrieri che riuscì a domare il cavallo. Fin qui la cronaca. Nella stessa data giunse al Prefetto di Teramo una dichiarazione sottoscritta dalle persone (9) che cinque giorni prima si trovavano nel salone, le quali vollero rendere nota l'azione di Vittorio Guerrieri di Celio "il quale con coraggio e sangue freddo indescrivibile e con grave e manifesto pericolo della propria vita passando e saltando sul biroccino ridotto ormai in frantumi entrò nella bottega e prese la bestia inferocita per la briglia e con la voce, con la forza e col coraggio indusse la bestia all'impotenza conducendola sulla via ove pur seguitava a tirar calci e a recalcitrare per divincolarsi". I firmatari della dichiarazione vollero far conoscere "l'atto eroico commesso" e sottolinearono che: "noi che eravamo entro la bottega a conversare saremmo tutti rimasti o morti o gravemente feriti senza il pronto e provvidenziale intervento".

(9) Si tratta di Giuseppe Braccili, barbiere; Gaetano Perazzi, calzolaio; Vincenzo Mataloni, insegnante; Antonio Di Pietro, commerciante; Alberto Candelori, maniscalco; Alessio dottor Di Bonaventura, igienista; Nicola Raggiunti, illetterato; Giovanni Angeloni, teste; Raffaele Celommi, teste.


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