Felice Venosta
CARLO PISACANE E GIOVANNI NICOTERA
(o LA SPEDIZIONE DI SAPRI)


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     Quando si accinse all'azione era quasi sicuro della morte che l'attendeva; tuttavia, porgendo un magnifico esempio agli Italiani, con animo fermo e deliberato, seguito da pochi, eroi come lui, le andò incontro, come ad una festa da lungo tempo desiderata.

     II.

     All'alba del 22 agosto 1818, Carlo Pisacane sortiva alla vita nella ridente Napoli, in quell'albergo di gentili spiriti e di profondi intelletti, in quella città sì ben composta di greca vivacità e di romana sapienza. Il padre fu il duca Gennaro di San Giovanni, e la madre Nicolina Basile De Luna. Fin dalla più tenera età Carlo ebbe a pregustare le amarezze della vita; chè toccava appena i sei anni, quando perdeva il padre, il quale molto il predilegeva. Non furono per altro da donna Nicolina risparmiate cure e premure alcune, perchè il suo Carlo ricevesse quell'educazione che si convenivano e ai natali che aveva avuti in sorte, e alla dimostrata precoce svegliatezza di mente. E Carlo corrispose con affetto alle materne sollecitudini, mostrandosi amatissimo degli studi. L'animo suo fervido inclinava specialmente alle cose di guerra; e quest'inclinazione parve tanto forte alla genitrice, che, nel 1831, lo pose nel reale collegio militare della Nunziatella, dove i figli di patrizia famiglia o di militari si educavano al mestiere delle armi. Carlo in quelle discipline che ivi si insegnavano fu sempre de' primi; e nelle matematiche specialmente avanzò ogni altro; onde gli istruttori se lo tenevano carissimo.

     Mentre trovavasi nel collegio fu pur paggio, per quattro anni, alla corte del re Borbone; "ed è questo, scrive un suo biografo, non lieve indizio di sua nobile indole, che in quell'età giovanissima, così facile agli allettamenti ed agli inganni, si serbasse incorrotto e non bevesse il veleno dei consorzi cortigianeschi."


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