Opere di letteratura italiana e straniera |
Il Comitato nazionale italiano fu d'un'attività senza pari. A mezzo di emissari fidati, di scritti criptografici, veniva in poco tempo a stabilire centri repubblicani nello stato Romano e in quello di Toscana, nei Ducati e persino nel Napoletano. Scopo dei Comitati era quello della Giovine Italia, cioè di mantenere viva nelle masse del popolo e colla voce e colla stampa la sacra fiamma di libertà; di accrescere sempre più il numero degli affiliati; di spiare, tergiversare possibilmente l'operato dei despoti; di favorire la fuga dei soci che fossero rinchiusi nelle prigioni; e di raccogliere infine somme per soccorrere quelli che giacessero nelle prigioni, e per le imprese che si sarebbero tentate in favore della libertà. Molti adepti trovò il Comitato, fra cui non pochi sacerdoti, i quali non avevano titubato un istante a scegliere fra la causa degli oppressi e quella degli oppressori, ed alcuni perfino pagarono col loro sangue l'amore di libertà, affrontando con esultante serenità, come i Martiri del cristianesimo, la morte per la fede italiana.
Le cospirazioni, ricominciate nel 1850, vennero mano mano attingendo il loro massimo grado di esplicazione; nè bastarono a spegnerle le molte vittime immolate dai governi ai loro furenti terrori. I despoti giacevano destituiti d'ogni forza morale, in mezzo ai cannoni ed alle baionette. |