Federico Adamoli
EROI TERAMANI. ALCUNI ATTI DI CORAGGIO TRA '800 E '900


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     Il fatto suscitò grande impressione nella popolazione, che espresse il plauso per l'azione del giovane e popolare figlio del popolo; il figlio dell'anziana madre del Marani inviò al direttore dell' 'Italia Centrale' una sentitissima lettera di ringraziamento per il salvataggio.
     La giunta comunale, seppure con un ritardo di quasi tre mesi (quindi ampiamente oltre i limiti prescritti dalla normativa!), promosse l'azione di riconoscimento dell'atto di coraggio, ritenendo che la onorificenza accordata al Presutti avrebbe prodotto nella popolazione un grande effetto morale. 'L'Italia Centrale' sottolineò anche che "una onorificenza data all'animoso giovane, figlio del popolo, vissuto sempre in mezzo al popolo, farebbe ottima impressione, specie fra l'elemento popolare, perché essa mostrerebbe che anche gli atti di coraggio della gente minuta, compiuta in una dimenticata città, sono tenuti in pregio dai reggitori della nostra Italia".

     Il mancato rispetto dei termini, che in altri casi comportò l'impossibilità di qualsiasi iniziativa, in questo caso non vanificò il riconoscimento che si augurava la comunità teramana. Trascorsi ben dieci mesi dal fatto il Ministero dell'Interno concesse a Beniamino Presutti un attestato di pubblica benemerenza. (vedi la Lettera di Salvatore Marani pubblicata su 'L'Italia Centrale')


     Riccardo Magnani
     Castellamare Adriatico (1909)


     Il decreto del 1851 con il quale furono istituite le ricompense al valore civile prevedeva espressamente che per gli atti di valore compiuti da militari non in congedo fosse necessaria una richiesta da parte del comandante del relativo corpo di appartenenza. Le domande per le ricompense al valor militare andavano quindi indirizzate al Ministero della guerra, per mezzo dei Comandi divisionali.


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