ab aeterno (pron. “ab etèrno”)
Latino: dall’eternità. Nell’uso comune, la locuzione è usata col significato “da tempi remotissimi”. Deriva dalla teologia, dove più propriamente si adopera con riferimento alla generazione eterna del Verbo.
ab imo pèctore
Latino: dal profondo del petto, del cuore. Locuzione usata talvolta nel linguaggio comune, per indicare l’assoluta sincerità e spontaneità di un’affermazione.
A babbo morto
Si dice di prestiti (ma anche di acquisti, eccetera), che chi ha la prospettiva di entrare in possesso di un’eredità contrae con qualcuno, generalmente un usuraio, promettendo di restituire la somma avuta o di pagare la cosa acquistata quando avrà ereditato. La locuzione significa “a data indefinita” e anche, a causa degli esosi interessi pretesi dall’usuraio, “sconsideratamente, in modo avventato”. Nel primo caso, dal punto di vista di chi fa il prestito; nel secondo, da quello dell’incauto che lo contrae.
acca
È lo stesso che “niente”, nelle espressioni non capire, non sapere un’acca. Ciò dipende dal fatto che la lettera h non ha un suono proprio e autonomo nella lingua italiana.
Achille sotto la tenda
Secondo quanto narra l’Iliade, Achille, sdegnato contro Agamennone, si ritirò dalla guerra rimanendo a lungo appartato nella propria tenda e abbandonando l’esercito del re acheo alla disfatta. Fare l’Achille sotto la tenda si usa per lo più in senso ironico, con l’implicazione che lo sdegnoso appartarsi dell’Achille in questione è presuntuoso e a sproposito, e che non otterrà l’effetto di danneggiare l’Agamennone della situazione.
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