o tèmpora, o mores!
Latino: o tempi, o costumi! Proverbiale esclamazione deprecatoria di Cicerone richiamata, per lo più in tono di scherzosa indignazione, per deplorare i corrotti costumi contemporanei.
ottimo e abbondante...
Ironico commento che si sente talvolta ripetere a proposito di cose, in generale di cibi, la cui qualità
lascia molto a desiderare, ma che si vuole sufficiente per la gente di basso rango. Presso i reparti militari un ufficiale doveva, per regolamento, assaggiare il rancio prima che venisse distribuito alla truppa per accertarne il grado di commestibilità. E in tempi di ristrettezze era a volte costretto, per forza di cose, a giudicare con indulgenza eccessiva l’opera del cuoco.
P
prendere un granchio
Equivocare, sbagliarsi di grosso, prendere un abbaglio. Probabilmente viene dal fatto che, se un granchio afferra l’amo, il pescatore si illude di aver catturato chissà quale grosso pesce e ritira in fretta e furia la lenza, ma solo per costatare l’errore e, deluso, lanciare qualche moccolo.
piove governo ladro!
Battuta che si ripete scherzosamente a proposito dell’abitudine dì addossare al governo, alle autorità, allo Stato la colpa di ogni inconveniente. La inventò, a commento di una vignetta, Casimiro Teja, direttore del giornale umoristico Il Pasquino, nel 1861, dopo che una manifestazione indetta dai mazziniani torinesi non si era po-tuta svolgere, non a causa di divieti governativi, ma di un acquazzone.
promesse da marinaio
Che non si mantengono. I marinai (d’altri tempi) erano famosi mancatori di parola, sia verso le ragazze, sia verso i santi, ai quali si raccomandavano durante le tempeste promettendo ceri e facendo voti d’ogni genere, destinati a essere dimenticati non appena scampato il pericolo.
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