I NIBELUNGHI


Pagina 60
1-10- 20-30- 40-50- 60-70- 80-90- 100-110- 120-130- 140-150- 160-170- 180-190

[Indice]

     Dinanzi alla reggia il re pose piede a terra, e allora le dame furono servite e levate di sella.
     Le regine si lasciarono. Dama Ute e sua figlia entrarono nei vasti appartamenti col loro seguito. Dappertutto si udivano echeggiare grida di gioia.
     Si prepararono i seggi, e le grandi mense furono coperte di vivande, come ci fu narrato. C'era là tutto ciò che si poteva desiderare.
     Cavalieri famosi erano intorno al re.
     I camerlenghi del re porgevano l'acqua in coppe d'oro rosso.
     Qualcuno disse che era fatica sprecata poichè non vi fu mai più diligente servizio alle nozze di un principe: difficilmente lo credo.
     Prima che il re si servisse dell'acqua, Siegfried gli si avvicinò, e poteva ben farlo senza vergogna, e gli rammentò la parola datagli, prima che avessero veduto Brunilde nella sua terra d'Islanda.


     Ei disse a lui: «Scordaste forse quella promessa
     fattami a che Brunilde vi fosse allor concessa?
     Della sorella vostra mi giuraste la mano.
     Avrei dunque il viaggio e l'opra per voi spesi invano?».

     E il re rispose: «Avete ragione a rampognarmi,
     nè con mano o parola io voglio spergiurarmi,
     io vi darò il mio appoggio con tutto il cuore». E tosto
     comandò che Crimilde menata fosse sul posto.

     Ella giunse seguìta dalle sue molte ancelle,
     ma Giselher gridò: «Vadano le donzelle,
     perchè Crimilde sola dinanzi al re si stia!».
     Così disse, levato dal seggio ove stava pria.

     Crimilde fu menata dove sedeva il re,
     principi e cavalieri avea d'intorno a sè.
     Tutti ne l'ampia sala stettero muti e attenti.
     Anche Brunilde allora si sedette fra i presenti.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]