Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     Anche in conseguenza del giudizio legale pendente sulla chiesa gli interventi di natura conservativa risultarono talvolta intempestivi, ed i ritardi andarono a ripercuotersi ulteriormente sullo stato dell'edificio, il cui tetto non potrà mai ricevere un restauro veramente definitivo. Interventi risultano essere stati compiuti già prima del novecento dall'Amministrazione Provinciale, che d'altro canto sosteneva la corrente manutenzione sull'intero fabbricato (13); in particolare: nel 1889 si intervenne per il restauro del cornicione esterno, nel 1892 per la rottura di due travi ed alcuni arcarecci dell'armatura del tetto che copre la prima cappella a sinistra, ed ancora nel 1894 vennero nuovamente eseguite riparazioni al tetto della chiesa «ridotto in cattivo stato in causa della sua vetustà».

     Quando la vertenza legale è ormai in atto, l'Amministrazione Provinciale nega al Convitto gli interventi sulla chiesa che nel passato aveva eseguito regolarmente, e che vengono poi assicurati dal Comune di Teramo; infatti nel 1913, quando il Rettore del Convitto segnalava alla Provincia che «il tetto della cappella, a sinistra dell'altare Maggiore della Chiesa di S. Matteo ha necessità di essere riparato per impedire che la pioggia abbia a fare cadere la volta della stessa cappella», l'ufficio tecnico provinciale faceva sapere che non spettavano ad essa nè la manutenzione nè le riparazioni (14).
     Negli ultimi venti anni della chiesa, un periodo così cruciale per il suo destino, la prima rilevante necessità d'intervento si registra nel marzo 1919, quando il Rettore del Convitto fa presente, sempre all'Amministrazione Provinciale, «che una parte del tetto, che copre la volta della chiesa, è caduto», e chiede quindi di «inviare un ingegnere per verificare anche l'altra parte del tetto, che trovasi in cattive condizioni di stabilità». Come sei anni prima la Provincia non intende provvedere alla riparazione del tetto della chiesa, «illegittimamente tenuta in possesso dal Parroco di S. Giorgio, per cui pende giudizio dinanzi la Corte di Appello di Aquila». Però, dato che l'ufficio tecnico provinciale relaziona che per effetto dei danni al tetto si è guastato il doccione, ne dispone urgentemente il ripristino, nell'esclusivo interesse del fabbricato del convitto, per la modesta spesa di lire 10 (15).

(13) Fino al 1869 alla manutenzione dell'intero fabbricato provvide l'amministrazione del liceo-convitto. In tale anno, per l'esecuzione di alcuni restauri, fu invece richiesto l'intervento dell'Amministrazione Provinciale (in forza di una legge organica sull'amministrazione civile del 1816), che però si rifiutò. Ne nacque un giudizio che vide soccombere la Provincia, la quale da allora si occupò della regolare manutenzione dell'edificio, comprendente la chiesa (cfr. memoriale in data 14 maggio 1901 dell'Amministrazione Provinciale di Teramo contro Mons. Vescovo Aprutino nella causa presso il Regio Tribunale Civile di Teramo, pag. 18).

(14) Tra il materiale d'archivio comunale e provinciale non è stata rintracciata alcuna documentazione che dimostri l'esecuzione di questi lavori; decorrendo il fascicolo comunale riservato alla chiesa di San Matteo dal 1920, e dovendo ritenersi che questi urgenti lavori siano stati effettivamente eseguiti, la spesa potrebbe essere stata collocata diversamente. Infatti le spese dei primi interventi sostenuti dal comune venivano imputate al "Fondo per la manutenzione degli stabili comunali", mentre successivamente si utilizzò il "Fondo per la manutenzione e conservazione degli edifici destinati al Culto".

(15) Archivio di Stato di Teramo, Amministrazione Provinciale, b. 318, f. 1.


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