Solo a novembre giunge l'approvazione della Giunta Comunale, a condizione che i lavori stessi siano eseguiti sotto il controllo dell'ufficio tecnico comunale. L'avvocato Moruzzi da buon legale non manca però di osservare che «accogliendo la richiesta del Vicario, si ammetterebbe indirettamente una legittima intrusione del Vescovo capo dei fedeli nella proprietà della Chiesa, che il Comune sostiene libera» da qualsiasi servitù di culto a favore dei fedeli.
Quattro anni dopo, nell'ottobre 1925, una parte del tetto della chiesa sprofonda sulla volta di una cappella: il Rettore del Convitto chiede al Sindaco la riparazione urgente e sollecita pure una revisione generale della tettoia. Questa volta l'ufficio tecnico prepara sollecitamente il preventivo nella spesa di lire 10.000, ma i lavori non iniziano in attesa di tempi più propizi (e non si capisce se per mancanza di fondi o per il tempo inclemente), con la conseguenza che il deterioramento del tetto è in continuo aumento. Nel successivo mese di febbraio 1926 si impone una nuova chiusura della chiesa, mentre ad aprile viene preparato un altro preventivo molto più in economia, nella spesa di lire 2.800, approvato solo a luglio (con la solita puntualizzazione per i diritti rivendicati dalle parti in causa per la proprietà della chiesa). I lavori vengono finalmente compiuti ad agosto e la chiesa viene riaperta al pubblico culto. In questa circostanza sono passati "solamente" 11 mesi, ma comunque la chiesa, con il tetto parzialmente crollato, ha dovuto subire l'inclemenza della brutta stagione. |