Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     In un'altra relazione il Rettore del Convitto invece rivendica decisamente la proprietà del fabbricato ex-monastico di San Matteo, e di conseguenza della chiesa. A suo dire fa fede la intestazione catastale «operata "de jure" a favore del Collegio nel 1822 da parte del Sindaco di Teramo Pancrazio Palma. Da quell'epoca l'Istituto ha sempre pagato e paga le imposte che gravano su di esso, lo ha migliorato ed ampliato con i fondi a disposizione del Reale Collegio». A rafforzare il concetto la circostanza che il Comune, nell'istituire la Scuola Tecnica, chiese al Convitto Nazionale in affitto una parte del fabbricato.
     Da parte sua invece il Comune fonda il suo diritto di proprietà sul decreto n. 17 (19) del 22 giugno 1850 con il quale il Comune veniva a cedere la chiesa ai Padri Barnabiti che andavano a dirigere il collegio con la condizione che «se nel tempo successivo il collegio venisse soppresso ovvero cessassero i PP. Barnabiti di averne la direzione, il Comune allora rientrerà nei suoi diritti e riprenderà la proprietà della Chiesa».




Monsignore Lorenzo Di Paolo (1886-1981)


     Ma lasciamo le complicate questioni giuridiche e torniamo ai problemi concreti della chiesa. Il 1935 è l'anno del Congresso Eucaristico Nazionale, per il quale sono stati approntati importantissimi lavori di restauro alla Cattedrale, che ne avviarono anche l'isolamento. Il Vescovo di Teramo Monsignor Antonio Micozzi19 ha ordinato al più presto possibile anche il restauro della chiesa di San Matteo, quindi il buon Don Lorenzo Di Paolo nel mese di febbraio (il congresso si svolge a settembre) sottopone al Comune le necessità del sacro edificio. Con tono deciso espone che «la volontà del nostro venerato Presule deve essere attuata, perché non soltanto mira a glorificare la nostra santa Religione, ma a tutelare il buon nome di Teramo», quindi chiede di «restaurare il tetto della chiesa, gli stucchi delle volte e l'intonaco delle pareti, deteriorati dall'infiltrazione delle acque; rinnovare il vecchio pavimento, gli altari e gli arredi sacri; ripristinare l'organo sulla tribuna e la torre campanaria».

(19) Antonio Micozzi (1881-1944). Nativo di Roma, laureato in teologia, diritto canonico e filosofia, fu ordinato sacerdote nel 1907. Fu personaggio di spicco durante il pontificato di Pio X, col quale ebbe una lunghissima amicizia. Fu dapprima Vescovo di Sabina e Poggiomirteto nel 1921, quindi nel 1927 venne destinato dal Cardinale De Lai a dirigere la diocesi di Teramo. Nel 1935 il Vescovo Micozzi organizzò a Teramo l'importante evento dell'XI Congresso Eucaristico Nazionale. Nel febbraio 1944, poco prima di morire, lasciò il ministero episcopale per una grave malattia. (cfr. "Gente d'Abruzzo", op. cit. Scheda redatta da Ottaviano Di Stanislao).


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