Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     Il punto di vista dello Sneider è ovviamente destinato a rinfocolare ulteriormente gli animi, già accesi per le polemiche e per l'intervento in atto delle autorità ministeriali. Le opinioni dello Sneider sono puntualmente contestate dall'ufficio tecnico del Comune, soprattutto perché l'esser giunto al sopralluogo in avanzato stato di demolizione rendeva impossibile qualsiasi giudizio sulla staticità della struttura. Sulla mancanza di opere di puntellamento viene riferito che queste, inizialmente previste, furono accantonate per non esporre ad un serio rischio gli operai che avrebbero dovuto lavorare sotto la volta. Quanto alle decorazioni artistiche l'unico particolare ritenuto di un certo valore, il portale d'ingresso in travertino, era stato accuratamente rimosso e sistemato per la conservazione degli elementi.

     La notizia della demolizione della chiesa di San Matteo, raggiunti gli ambienti ministeriali, suscita la prevedibile reazione. Il Soprintendente da L'Aquila bacchetta il Podestà Adamoli e si rifiuta assolutamente di «accogliere la tesi che mi risulterebbe voglia accampare cotesto Comune per giustificare l'improvviso ed inopportuno abbattimento della Chiesa di S. Matteo, notoriamente iscritta negli elenchi degli Edifici di interesse artistico di cotesta città» (ma di questo provvedimento di riconoscimento d'interesse artistico e storico né il Podestà, né il Prefetto troveranno traccia alcuna). Il Soprintendente sottolineando la già citata pubblicazione di Salvatore Rubini che documenta l'importanza artistica della chiesa, fa presente che della demolizione ha fatto rapporto al Ministero, «per i provvedimenti del caso». Che non tarderanno ad arrivare, alimentando ulteriormente le polemiche.


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