Nel febbraio 1938 si verifica l'ennesimo crollo del tetto, ed in questa occasione c'è la necessita di provvedere al danno causato dalla caduta del sostegno delle due campanelle dell'orologio. La richiesta di contributo che il comitato per i restauri della chiesa avanza a luglio al Comune rientra nel quadro di un nuovo e più ampio preventivo stilato dall'ingegnere Nicola Pieranunzi, che prevede restauri interni ed esterni per un importo di lire 43.000. A fronte di una richiesta per la sistemazione esterna della chiesa di lire 5.300 il comune prevede di impegnare solo lire 450, peraltro mai effettivamente erogate, come del resto non saranno più finanziati dal Comune ulteriori interventi sulla malandata chiesa, che vedrà crescere sempre più il suo stato di degrado.
La fatiscenza della chiesa risulta accuratamente documentata nello stesso anno 1938 in una perizia stilata dal Pieranunzi, che descrive chiaramente i mali che affliggono la chiesa: «la quinta campata, a cominciare dalla facciata, presenta poca sicurezza per il cedimento degli arcareggi, i quali mostrano una curvatura pericolosa, che negli ultimi anni si è andata accentuando in modo preoccupante; il legname delle capriate è in buona parte fradicio e corroso e in particolare i puntoni hanno ceduto, causando lo spostamento dei monaci fino a farli appoggiare sulle catene; l'attuale cella campanaria si è distaccata dal restante muro spiombando di parecchi centimetri dalla verticale e spostando anche la tettoia, onde tutta quella parte di muratura risulta instabile e minaccia di cadere; l'arcone superiore tra la Chiesa e l'abside, per difetto di costruzione o per successiva rovina, è incompleto ed ha pericolosi caratteri di stabilità; il muro posto tra l'arco interno della Chiesa e il sovrastante arcone è leggerissimo e la malta in molti punti è distrutta, tanto che tra gli interstizi delle pietre si scorge la sottostante Chiesa»16. |