Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     Si aggiunga la pessima compagine della muratura, costituita con pietrame minuto e rotondo e con malto di debole presa. Detta compagine si è resa ancor più incoerente per effetto delle infiltrazioni di acqua, perpetuatesi per lungo tempo sui detti muri. Le acque piovane, provenienti dal tetto, si raccoglievano su grondaie di muratura e canaletti che correvano alla sommità dei muri ed erano convogliate su condotti di scarico ricavati nello spessore dei muri stessi e costituiti di materiale di cotto, irrazionalmente costruiti.
     Per le lesioni provocate dalla spinta della volta, e per difetto di costruzione, detti canali e condotti di scarico lasciavano penetrare acqua nello spessore dei muri causando il disfacimento delle malte.
     Il comune di Teramo provvide varie volte, nel corso degli anni, a lavori di lievi entità atti possibilmente ad eliminare l'inconveniente suddetto, ma senza mai riuscirvi, essendo all'uopo necessario, più che altro, opere di carattere più radicale. Le deformazioni della volta e le lesioni che ne conseguirono provocarono il distacco e la caduta degli intonachi e delle decorazioni del soffitto, lesioni e cedimenti delle piattabande alle finestre. (...) Dette lesioni sono venute sempre più aggravandosi negli ultimi tempi per cedimento generale dei muri laterali, sulla cui parete interna, verso nord-ovest, si notava un sensibile strapiombo mentre sulla volta, un più evidente abbassamento, tale da determinare lungo la linea di chiave una larga incrinatura, per cui il contrasto della volta non si esercitava più su tutto lo spessore del giunto ma sul solo lembo di estradosso.


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