Federico Adamoli
LA CHIESA PERDUTA
(La vicenda della Chiesa di S. Matteo di Teramo)


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     Già prima di provvedere alla demolizione del fabbricato attiguo alla Chiesa, sul lato nord-ovest, l'amministrazione, preoccupata delle condizioni statiche del sacro edificio, ne ordinò la chiusura al culto, dapprima in via temporanea, per il periodo della esecuzione delle demolizioni, provvedendo a fare eseguire alcune opere di rafforzamento del muro laterale della Chiesa, in confine con il fabbricato in corso di demolizione. Tuttociò nell'intento di raggiungere quanto era nel desiderio dell'amministrazione e cioè la conservazione, nei limiti del possibile, della Chiesa. Ma nonostante l'esecuzione dei suddetti lavori, in seguito ad un ulteriore e dettagliato esame delle strutture reso agevole soltanto con le demolizioni suindicate, si dovette constatare la impossibilità di indugiare ancora per ulteriore tempo nella demolizione della Chiesa, dato che era da ritenersi molto probabile la caduta della volta, con ripercussione sui muri di ambito e quindi con pericolo per la pubblica incolumità» (23).


Bibliografia

     GIULIO DI NICOLA, "La chiesa di S. Matteo in Teramo", 1977-1981, dattiloscritto.
     NICCOLA PALMA, "Storia ecclesiastica e civile della città di Teramo", volume IV, 1834.
     NICCOLA PALMA, "Storia della città e diocesi di Teramo", volume terzo, edizione della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, 1980.
     GIUSEPPE FABIANI, "Artisti del sei-settecento in Ascoli", Collana di pubblicazioni storiche ascolane, XII, Ascoli Piceno, Società Tipolitografica editrice, 1961.
     STEFANO PAPETTI, "I Giosafatti ad Ascoli Piceno", in 'Calendario Tercas 1990'.


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