anonimo
DIZIONARIO DEI MODI DI DIRE
PER OGNI OCCASIONE


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     cane non mangia cane

     I potenti, temendosi a vicenda, prudentemente evitano di scontrarsi tra loro.

     cannare

     Nel gergo giovanile studentesco significa “sbagliare”, dare risposte errate a un’interrogazione.

     canto del cigno

     Si dice dell’ultima grande opera, quasi il canto d’addio, di un artista, e per estensione di qualsiasi impresa notevole che sia l’ultima di una prestigiosa carriera: Quella vittoria al giro d’Italia fu il canto del cigno di Gino Bartali. Anticamente, da Platone a Fedro, Cicerone, Lucrezio, Shakespeare, si credeva che il cigno cantasse quando stava per morire. In realtà, il cigno reale è muto, mentre quello selvatico emette non un canto ma un fischio, sia pure abbastanza armonioso.

     capro espiatorio

     In senso figurato, è colui sui quale vengono fatte ricadere le colpe di altri, o che volontariamente se le assume, sacrificandosi per loro. Presso gli antichi Ebrei, secondo un rito seguito anche in altre religioni, ogni anno nel giorno dell’espiazione, o kippùr, il sommo sacerdote liberava un capra nel deserto dopo avergli simbolicamente caricato addosso le colpe di tutta la comunità.


     càrmina non dant panem

     Latino: le poesie non danno il pane. E tanto meno il companatico, l’agiatezza. Lo hanno costatato, ed espresso, molti poeti, dal Petrarca all’Ariosto, al Panini.

     Carneade! Chi era costui?

     Era un filosofo greco seguace del probabilismo, vissuto tra il 213 e il 128 a.C., e la domanda, non ingiustificata da parte di un uomo di media cultura, se la rimugina don Abbondio, seduto sul suo seggiolone, nell’ottavo capitolo dei Promessi sposi. Da quella battuta è nata la locuzione essere un carneade, cioè una persona di poco conto, mai sentita nominare.


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