I NIBELUNGHI


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     Essi smontarono da cavallo con atteggiamento baldanzoso.
     Tosto venne Giselher, il giovane buon re, e Gernot, suo fratello; quando non vide re Gunther presso Siegfried disse tosto:
     «Benvenuto, signore Siegfried! vi prego, ditemi, dove avete lasciato il re mio fratello? La forza di Brunilde l'avrà sopraffatto. L'amore per lei ci sarà stato fatale».
     «Smettete tale timore. Il re vi saluta, voi e gli amici. Lo lasciai in ottimo stato; egli mi ha mandato a voi a portarvi, sue notizie.
     «Ora aiutatemi anche a vedere la regina Ute e la sorella vostra; debbo far loro sapere ciò che mandano a dire Gunther e dama Brunilde; entrambi stanno bene».
     Disse il giovane Giselher:
     «Fatevi annunziare a loro. Voi rendete un grande servigio a mia sorella. Ella è molto in pensiero per mio fratello. La fanciulla vi vedrà volentieri, ve lo garantisco».

     Disse il guerriero Siegfried:
     «Dovunque io possa servirla, lo farò sempre fedelmente e volentieri. Chi mi annunzierà alle due dame?».
     Giselher, il leggiadro giovane, si incaricò dell'imbasciata.
     Il giovine Giselher disse a sua madre, e anche alla sua sorella, poichè erano insieme:
     «È arrivato Siegfried, l'eroe del Niederland, mio fratello Gunther l'ha mandato qui.
     «Egli ci porta notizie del re; permettetegli di venire a corte egli ci porta esatte nuove dall'Islanda».
     Ma le due nobili dame non furono rassicurate.
     Esse andarono tosto a abbigliarsi e mandarono a invitare Siegfried, che venisse a corte. L'eroe lo fece volenteri e Crimilde, la nobile, gli parlò benevolmente:


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