I NIBELUNGHI


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     Crimilde cominciò a mandare a invitare Hagen di Tronje e Ortwein.
     Acconsentivano a essere, coi loro amici, ligi a Crimilde? Ma Hagen montò in collera e disse:
     «Gunther non ha il diritto di cederci a nessuno.
     «Prendete per il vostro viaggio altra gente. Dovreste ben conoscere l'umore dei Tronji. Noi dobbiamo rimanere sempre coi re coi quali abbiamo cominciato il nostro servigio».
     Così lasciarono le cose, e si prepararono alla partenza. Crimilde prese al suo seguito trentadue fanciulle e cinquecento uomini; il margravio Eckewart scortò Crimilde.
     Tutti, cavalieri e servi, presero congedo, nonchè fanciulle e donne; così era costume e dovere. Si separavano con continui baci, e gli stranieri lasciarono con gioia il paese di re Gunther.
     Gli amici li accompagnarono lontano. Dappertutto furono loro preparati gli alberghi per la notte, dovunque volessero occuparli nel paese dei re. Vennero pure spediti messaggeri a re Siegmund, perchè egli e anche dama Sieglinde sapessero che il loro figlio arrivava insieme con la figliuola di dama Ute, con la bella Crimilde, da Worms sul Reno. Queste nuove dovevano esser loro carissime.

     «Fortunato me!», diceva Siegmund, «che potrò vedere il giorno in cui la bella Crimilde porterà la corona! Ciò aumenta il valore di tutto il mio regno, e mio figlio Siegfried sarà ora egli stesso il re».
     Ai messaggeri diede Sieglinde vesti di velluto rosso e pesante oro e argento come il pane del messaggio. Ella si rallegrò dell'annunzio e con lei molta gente. Le sue donzelle cominciarono a vestirsi con cura.


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