Ella disse al re:
«Vedete là il forte Gere e gli altri, che mio fratello Gunther ci manda dal Reno, come stanno giù nella corte».
E Siegfried disse
«Saranno i benvenuti».
Tutta la servitù accorse dove erano i messi, e ognuno diceva loro buone parole. Il re Sieginund fu molto lieto della loro venuta.
Gere e i suoi uomini furono albergati, e fu preso cura dei loro cavalli. I messaggeri furono condotti là dove Siegfried, il signore, sedeva accanto a Crimilde. Essi videro molto volentieri i messaggeri.
Il signore e sua moglie si levarono tosto in piedi. Gere e i suoi compagni di viaggio furono accolti molto bene nel dominio di Siegfried.
Il margravio Gere fu pregato di accomodarsi.
«Permetteteci di esporre il messaggio, prima di sedere; lasciateci rimanere in piedi, noi stanchi del viaggio, finchè non abbiamo riferito ciò che vi mandano a dire Gunther e Brunilde; stanno entrambi bene.
«E vostra madre, dama Ute, e il giovinetto Giselher, e anche il signore Gernot e tutti i vostri amici, che ci hanno inviato, vi offrono i loro servigi».
«Dio li ricompensi», disse Siegfried, «io sono loro legato in amore e fedeltà, come si deve agli amici. Lo stesso fa la loro sorella. Diteci ancora se i nostri cari amici sono sempre di lieto umore, o se qualcuno, dopo che ci siamo separati, ha fatto qualche male ai fratelli di mia moglie? Ditemelo. E io li aiuterei fedelmente a sopportarlo, finchè i suoi avversari dovessero lagnarsi dei miei servigi».
Il buon cavaliere, il margravio Gere, diede questa risposta:
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