Disse il principe del Reno:
«Ebbene, provalo. Se tu fai il giuramento che dici ti assolvo di ogni falsità».
Gli alteri Burgundi stavano in circolo intorno a loro. L'ardito Siegfried stese la mano al giuramento. Allora disse il re:
«Ora conosco che siete innocente, andate assolto. Le accuse di Crimilde non vennero da voi».
Allora disse Siegfried:
«Mi spiace immensamente che ella abbia così afflitto la tua bella moglie».
I due guerrieri si guardarono in faccia.
«Bisogna educare le donne», disse Siegfried, «perchè non facciano discorsi vani. Tu proibiscilo a tua moglie, io lo farò alla mia. Davvero che io mi vergogno di tanta insolenza».
Molte belle donne sono in discordia per colpa di parole. Brunilde mostrava tanta tristezza che i vassalli di Gunther ne avevano pietà. Si vide Hagen di Tronje andare dalla regina.
Egli le domandò perchè piangesse, ella glielo disse. Subito egli le giurò che il marito di Crimilde n'avrebbe pagata la pena.
Vennero intanto Ortwein e Gernot, e i cavalieri deliberarono tutti insieme la morte di Siegfried. Venne anche Giselher, il figlio della bella Ute; quando udì il discorso, disse prestamente:
«Ahimè, buoni cavalieri, perchè fate ciò? Siegfried non merita tale odio da perdere la vita. Le donne vanno in collera per poco».
«Abbiamo da ascoltare i bimbi?», disse Hagen, «ciò non farebbe onore a prodi cavalieri. Se osò vantarsi sulla mia cara signora, l'ingiuria sarà vendicata, o ch'io voglio morire».
Disse allora il re:
«Egli non ci ha mai fatto altro che del bene. Lasciatelo vivere, perchè dovrei odiare quel guerriero che mi dimostrò sempre fedeltà?».
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