«Eppure sono in timore che, se va in battaglia, e dalle mani degli eroi vibrano colpi di lance, io potrei pure perderlo, il mio amato marito. Ahi! quanti gravi pensieri ebbi per Siegfried!
«Amico mio, io ti prego in grazia di conservarmi la tua fede, e saprai dove si potrebbe ferire il mio amato marito. Te lo confido in misericordia!
«Quando il caldo sangue scorse dalle ferite del drago, e il buon cavaliere vi si bagnò, una foglia di tiglio gli cadde fra le spalle, e là può essere ferito. Ciò mi procura timore e pena».
Disse Hagen di Tronje:
«Cucite segretamente sulla sua veste una crocellina, un segno, con la vostra mano. E allora capirò dove devo proteggerlo».
Ella credeva così di salvarlo, e invece si tramava la sua morte.
Ella disse:
«Con fine seta io cucirò segretamente una crocellina sulla sua veste; allora la tua mano, o eroe, proteggerà il marito mio, quando entrerà nella mischia, e sarà dinanzi ai suoi nemici nel turbine della battaglia».
«Lo farò», disse Hagen, «amata signora mia».
Quella buona credeva di fare così il vantaggio di Siegfried, e invece fu tradito in tal maniera. Hagen prese congedo e se ne andò allegro.
Il suo signore gli domandò che cosa avesse appreso.
«Se volete mutare il viaggio, possiamo andare alla caccia. Io so ora la maniera di ucciderlo. Volete ordinare la caccia?
«Lo farò subito», disse il re.
Il vassallo del re era lieto e di buon umore. Certo fino alla fine del mondo nessun cavaliere farà una simile perfidia, come la fece lui, quando la bella regina si affidò alla sua fedeltà.
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