«Ci divideremo gli uomini e i cani, e ognuno se ne andrà solo dove gli piacerà, e chi caccerà meglio riceverà il nostro ringraziamento».
Allora i cacciatori non rimasero più a lungo insieme.
Il nobile Siegfried disse:
«Non mi occorrono i cani, tranne un bracco che abbia fiuto per seguire gli animali nella foresta. Faremo buona caccia!», disse il marito di Crimilde.
Allora un vecchio cacciatore prese un cane da fiuto, e in poco tempo condusse i signori in un punto dove c'era molta selvaggina, e quanta ne fu levata tanta ne cacciarono gli uomini, come è uso ancora oggi presso i buoni cacciatori.
Quella che il bracco puntava, Siegfried, il prode, l'eroe del Niederland, la abbatteva con la sua mano. Il suo cavallo era così veloce che poche bestie gli sfuggivano. Durante la caccia meritò lode sopra ognuno.
Era in ogni cosa molto valente. Il primo animale che colpì a morte fu un forte buffalo, che l'eroe uccise di sua mano. Poco dopo il guerriero trovò un feroce leone.
Quando il cane lo ebbe levato, gli tirò con l'arco e l'acuta freccia; dopo il colpo il leone fece solo tre salti; i compagni di caccia resero grazie a Siegfried.
Poi abbattè un bisonte e un alce, quattro forti galli di montagna e un feroce sparviere; la giumenta lo portava così veloce che nulla gli sfuggiva. Cerve e cervi in buon numero furono sua preda.
Il cane levò pure un grande cinghiale. Quando esso cominciò a fuggire, Siegfried, il maestro d'ogni caccia, accorse velocemente e lo prese di mira. Il cinghiale, infuriato, si volse verso il virtuoso cavaliere.
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