«Ci procureremo un divertimento, o compagni di caccia. Ecco un orso. Il bracco sia slegato. L'orso verrà con noi agli alloggiamenti. Non potrà sfuggirci per quanto corra».
Sciolsero il bracco, l'orso saltò via, ma il marito di Crimilde voleva raggiungerlo. Arrivò in un burrone della montagna, dove non lo poteva avvicinare. Il forte animale già si credeva liberato dai cacciatori.
Allora il superbo cavaliere balzò da cavallo e cominciò a inseguirlo. L'animale non aveva riparo, non poteva sfuggirgli. Lo prese con la sua mano e senza ferirlo il cavaliere lo legò prestamente.
Esso non poteva nè graffiare nè mordere l'uomo. Questi lo legò alla sella; quindi velocemente egli salì a cavallo, e lo portò ai fuochi dell'alloggiamento, l'ardito e buon cavaliere, per divertimento.
Come apparve in tutto il suo splendore negli alberghi! La sua lancia era potente e forte e larga; un'arma forbita gli pendeva giù sino agli sproni, e aveva, un magnifico corno di oro rosso.
Non ho mai inteso parlare di un migliore equipaggiamento da caccia. Portava una giubba di stoffa nera, e un ricco cappello di zibellino. E quali ricche fibbie aveva alla sua faretra! Era ricoperta di pelle di pantera per via del buon odore. Portava pure un arco. Chi voleva tenderlo doveva girare una vite; egli stesso l'aveva fatto così.
Le sue vesti erano fatte di pelli di animali esotici, che variopinte gli pendevano dalla testa ai piedi. Dalla lucida pipa del fiero cacciatore brillavano ai due lati lustrini d'oro. Portava anche Balmung, la bella forbita spada. Era tanto affilata che nulla le resisteva quando piombava sugli elmi; il suo taglio era buono. Il magnifico cacciatore era molto orgoglioso.
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